L’ esteriorizzazione odierna allontana da sé, costringendo il corpo a diventare il contenitore del rimosso, per questo, molto spesso, risulta complesso riuscire a liberarlo dalle proprie corazze. Non a caso William Reich, medico psichiatra, uno dei grandi pionieri dell’integrazione corpo-mente, riteneva che il nostro carattere, ed i vissuti che ci accompagnano durante l’esistenza, hanno nel corpo il loro equivalente attraverso le stratificazioni muscolari e le posture che lo contraddistinguono.
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Una visita al Museo Gypsoteca Antonio Canova di Possagno è un’esperienza unica, non solo grazie al fatto che incontriamo l’opera di un grande artista, ma come spesso accade dinanzi alla sublime arte, per incontrare se stessi. Ciascuna opera artistica fruita dallo spettatore è una congiunzione con una parte psicologica dell'autore, un riflesso che, se lo vogliamo osservare, funziona come specchio: in queste creazioni ci imbattiamo in un dialogo profondo con la nostra essenza più autentica. La gipsoteca del Canova, nello specifico, è una struttura intrisa di sacralità che spinge al silenzio, alla meditazione, sovrastati dai monumentali gessi dell’artista ivi contenuti, un pantheon che ci trasporta in una dimensione onirica, dove, la pregnanza delle opere rivela un bisogno comunicativo profondo dell’artista, ovvero, la necessità di rendere un materiale come il marmo capace di modularsi in forme aggraziate.
L'ortoressia, dal greco orthos (corretto) e orexis (appetito) - riconosciuta tra i disturbi della nutrizione dal DSM-5 (*) - è un fenomeno che sta emergendo con sempre più forza nella società contemporanea. Il disturbo è caratterizzato da una preoccupazione eccessiva per il cibo sano e la qualità degli alimenti, questa condizione può condurre a restrizioni alimentari e isolamento sociale.
Il senso dell’identità si associa all’idea di movimento perché è tramite questo ‘andare verso’ che l’individuo sperimenta il proprio essere nel mondo. Lo spazio in cui ci muoviamo riflette la nostra rappresentazione del mondo, come pure la configurazione sociale ed affettiva. L’identità è anche lo spazio del controllo in cui opera la nostra riflessività dove, inoltre, si plasmano i nostri significati in rapporto alla realtà. Tali significati si modificano nel corso degli anni perché gli individui sperimentano in vari modi l’esistenza in rapporto all’età.
Negli ultimi decenni, la tecnologia ha trasformato radicalmente il nostro modo di vivere, influenzando anche il modo in cui affrontiamo la sessualità.
L’immersione nel Mito di Medusa, risulta efficace nel guidare la psiche verso rielaborazioni emotive importanti per la storia individuale di ognuno. Le associazioni attraverso i simboli, tra le pieghe del racconto mitico, aiutano a comprendere in modo significativo i passaggi necessari a sviluppare una mente che ha acquisito la capacità di connettersi verso una trasformazione continuativa. Procediamo innanzitutto, anche in questa fase del racconto relativo all’incontro tra Perseo e Andromeda, con il ricordare l’insieme degli accadimenti, per capire, poi, cosa cogliere in modo fruttuoso di questa circostanza.
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