LA TERAPIA È SOPRATTUTTO UN ATTO D'AMORE VERSO SE STESSI
La mia esperienza terapeutica con Anna è iniziata molti anni fa con un percorso individuale e con la partecipazione fin dall’inizio ai Gruppi di Alfabetizzazione Emotiva.
Nei primi anni ero molto concentrata sulla risoluzione dei problemi: l’idea era quella di individuare i miei punti deboli, i miei conflitti, le paure per liberarmi dal disagio attraverso il superamento di quelle che consideravo "barriere" al mio benessere.
Con il passare del tempo e un po’ alla volta la mia attenzione si è spostata da questo obiettivo al percorso, l’attenzione ad una "progettualità del mio benessere" intesa come capacità di comprensione del mondo reale che mi circonda nel mio presente.
Alla luce di questa nuova prospettiva disagi e conflitti sono diventati lo stimolo interiore necessario a riconoscere i veri bisogni, distinguendoli dai desideri indotti e liberando finalmente il potere creativo.
L’allenamento alla percezione: sentire la stessa cosa in modo diverso e tornare sulle stesse esperienze con un vissuto diverso significa allargare il proprio orizzonte, sospendere il giudizio e sviluppare maggiore tolleranza verso ciò che non ci piace.
In questo percorso mi guida il confronto continuo con la parte più difficile della mia natura, la mia ombra, nella ricerca di passare da un’ambivalenza fatta di attrazione/rifiuto a una coesistenza attraverso il riconoscimento .
E poi il confronto con il corpo, il luogo fisico dove è possibile leggere la storia dei nostri eventi psicologici .
Il passaggio è avvenuto lentamente un po’ alla volta, nel rispetto dei tempi della mia anima, e attraverso strumenti diversi: il lavoro individuale, i seminari e i corsi, e soprattutto l’esperienza del gruppo che mi permette continuamente di confrontare l’immagine del mio mondo interiore con quella esterna attraverso la condivisione con gli altri.
Dopo molti anni, soffermandomi a rileggere il mio percorso terapeutico, mi rendo conto che ho trasformato profondamente il mio modo di leggere la vita , di stare al mondo.
L’istinto che mi ha spinto all’inizio a cercare delle risposte su di me nella terapia, oggi si è trasformato in una "ricerca" più complessa di nuovi orizzonti, che non riguarda più solo me.
Credo che la frase che più si adatta bene in questo momento alla mia esperienza, è quella che ho ascoltato più volte nel mio percorso, ma che oggi sento mi appartiene: LA TERAPIA E’ SOPRATTUTTO UN ATTO D’AMORE VERSO SE STESSI .
Michela
Nei primi anni ero molto concentrata sulla risoluzione dei problemi: l’idea era quella di individuare i miei punti deboli, i miei conflitti, le paure per liberarmi dal disagio attraverso il superamento di quelle che consideravo "barriere" al mio benessere.
Con il passare del tempo e un po’ alla volta la mia attenzione si è spostata da questo obiettivo al percorso, l’attenzione ad una "progettualità del mio benessere" intesa come capacità di comprensione del mondo reale che mi circonda nel mio presente.
Alla luce di questa nuova prospettiva disagi e conflitti sono diventati lo stimolo interiore necessario a riconoscere i veri bisogni, distinguendoli dai desideri indotti e liberando finalmente il potere creativo.
L’allenamento alla percezione: sentire la stessa cosa in modo diverso e tornare sulle stesse esperienze con un vissuto diverso significa allargare il proprio orizzonte, sospendere il giudizio e sviluppare maggiore tolleranza verso ciò che non ci piace.
In questo percorso mi guida il confronto continuo con la parte più difficile della mia natura, la mia ombra, nella ricerca di passare da un’ambivalenza fatta di attrazione/rifiuto a una coesistenza attraverso il riconoscimento .
E poi il confronto con il corpo, il luogo fisico dove è possibile leggere la storia dei nostri eventi psicologici .
Il passaggio è avvenuto lentamente un po’ alla volta, nel rispetto dei tempi della mia anima, e attraverso strumenti diversi: il lavoro individuale, i seminari e i corsi, e soprattutto l’esperienza del gruppo che mi permette continuamente di confrontare l’immagine del mio mondo interiore con quella esterna attraverso la condivisione con gli altri.
Dopo molti anni, soffermandomi a rileggere il mio percorso terapeutico, mi rendo conto che ho trasformato profondamente il mio modo di leggere la vita , di stare al mondo.
L’istinto che mi ha spinto all’inizio a cercare delle risposte su di me nella terapia, oggi si è trasformato in una "ricerca" più complessa di nuovi orizzonti, che non riguarda più solo me.
Credo che la frase che più si adatta bene in questo momento alla mia esperienza, è quella che ho ascoltato più volte nel mio percorso, ma che oggi sento mi appartiene: LA TERAPIA E’ SOPRATTUTTO UN ATTO D’AMORE VERSO SE STESSI .
Michela
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La Dr.ssa Anna Pancallo, psicologa psicoterapeuta iscritta all'Albo Regionale Veneto, è specializzata in Psicoterapia della Gestalt, titolo conseguito presso la Fondazione Italiana Gestalt di Roma. Svolge l'attività dal 1993 e opera negli studi di Treviso e Mantova.
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