 L’ansietà legata al sesso è la matrice sotterranea dei disturbi sessuali, tale fenomeno può avere origini diverse e differenti intensità, può essere scatenata da conflitti inconsci legati alla prima infanzia, come pure il semplice risultato di una paura legata alla prestazione sessuale. La persona può avere consapevolezza del problema oppure provare ansia ad un livello più profondo cosicché non viene percepita a livello visibile. Questo seconda modalità ansiosa è più difficile da riconoscere e proietta maggiori difficoltà sul piano della cura perché il soggetto spesso è scarsamente collaborativo in quanto non percepisce la sua parte ansiosa e ritiene che il suo problema sia più di natura fisica. In entrambi i casi rimane il dato comune di come il cervello percepisca il segnale del pericolo davanti all’espressione sessuale. La comparsa del fattore ansioso risulta però differente nei tempi, un ansia fortemente disturbante tenderà a manifestarsi nella fase del desiderio, un ansia più moderata consente di accettare il piacere per un certo tempo prima di avere difficoltà a continuare il rapporto. Riconoscere la tipologia ansiogena dei soggetti che soffrono di disfunzioni sessuali consente di orientare la terapia in una direzione adeguata. È importante sottolineare come nei sintomi sessuali prodotti da fenomeni ansiosi profondi il paziente possa non risultare particolarmente collaborativo poiché tende a rifiutare il contatto con la sua parte traumatizzata. La costruzione di una fiducia e uno scambio terapeutico significativo possono favorire un riorientamento del soggetto verso la difficoltà. Nelle coppie stabili possiamo invece notare come aspetti emotivi conflittuali profondi che generano risentimento, possano risultare alla base di un’ansia distruttiva della sessualità dei partner. Letture correlate:
0 Commenti
Il tuo commento verrà pubblicato subito dopo essere stato approvato.
Lascia una Risposta. |
|
Feed RSS
