È solo nell’immagine riflessa che il corpo costituisce la propria unità, e non attraverso la biologia. Questo aspetto crea un collegamento tra ciò che vediamo e ciò che ci portiamo dietro, un legame che non è possibile spezzare. Per armonizzare un corpo, dobbiamo portare l’aspetto simbolico che ci riguarda a dialogare con l’involucro fisico. Ognuno di noi si porta dietro un’esperienza personale che, un po' per volta, si incarna nella nostra esistenza. Le posture che assumiamo sono il riflesso di questo corpo simbolico. Smuovere queste posture attraverso una cura a più livelli costituisce il presupposto fondamentale per un invecchiamento sereno e una vita di maggiore qualità nel tempo. Oggi non è un caso che il corpo risulti sempre più esteriorizzato; ciò riguarda il tipo di percezione orientata verso l’esterno che tendiamo ad assumere. È come se il corpo fosse svincolato da noi, al pari di un oggetto che funziona senza che ne sappiamo niente, una sorta di estraneo.
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La dieta Blue Zones è diventata una sorta di fenomeno su Netflix, con l'attenzione che si concentra non solo sulla longevità, ma anche sul benessere mentale ed emotivo delle persone che adottano questo stile di vita alimentare. Oltre alle considerazioni fisiche esiste un profondo legame psicologico da esplorare, che anche la serie televisiva ed il libri ispirano. Questo approfondimento sulle Blue Zones ci da l’opportunità di riflettere su come non sia strettamente necessario copiare un modello, non interamente replicabile peraltro, quanto riuscire a riconoscere cosa ci porta a tenerci lontani da aspetti maggiormente benefici; comprendere ad esempio che la difficoltà a modificare l’alimentazione è correlata alla tendenza ad uscire da se stessi.
La "Lotteria dei Geni. Come il DNA influenza la nostra vita e la società" di Kathryn Paige Harden (UTET) ci spinge a riflettere sulla complessità delle nostre storie personali. Molte volte abbiamo sentito dire che la vita è una serie di eventi casuali, una sorta di estrazione casuale della lotteria della vita. Ma si tratta solo di casualità?
Le ricerche nel campo della longevità segnalano, da angolazioni differenti, come il consumo di zuccheri possa risultare problematico per l’individuo. Le molecole di zucchero alimentano fattori pro-infiammatori che si depositano nell’organismo alterando i sistemi di funzionamento ed alimentando la cosiddetta infiammazione silente, il principale meccanismo di senescenza, che determina la finitudine dell’essere umano.
Può sembrare una argomentazione scontata parlare di movimento in merito ad un percorso che propone un’attività corporea, in realtà una visione più approfondita del muoversi rappresenta una riflessione molto utile ai fini di un dialogo corpo-mente. Partiamo da un concetto iniziale: il corpo nel momento in cui si muove lo fa sempre in rapporto a qualcosa, e questo qualcosa è da intendersi come qualcosa di esterno e d’interno.
David Sinclair è un biologo di Sydney che ha conseguito la laurea in scienze e il dottorato di ricerca presso l'Università australiana del Nuovo Galles del Sud (NSW). Ora è professore nel Dipartimento di Genetica e co-direttore del Paul F. Glenn Center for the Biology of Aging presso la Harvard Medical School. Ha anche un laboratorio nella sua alma mater UNSW. Il suo lavoro si concentra sull'invecchiamento umano e su come rallentarlo o addirittura fermarlo. Ciò include lo studio di molecole come il resveratrolo, il dinucleotide di nicotinamide adenina (NAD) e proteine come le sirtuine, che hanno tutte un ruolo negli aspetti di longevità.
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