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Longevità. Perché invecchiamo e perché non dobbiamo farlo

31/10/2022

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David Sinclair è un biologo di Sydney che ha conseguito la laurea in scienze e il dottorato di ricerca presso l'Università australiana del Nuovo Galles del Sud (NSW). Ora è professore nel Dipartimento di Genetica e co-direttore del Paul F. Glenn Center for the Biology of Aging presso la Harvard Medical School. Ha anche un laboratorio nella sua alma mater UNSW.
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Foto di Edu Carvalho da Pexels
Il suo lavoro si concentra sull'invecchiamento umano e su come rallentarlo o addirittura fermarlo. Ciò include lo studio di molecole come il resveratrolo, il dinucleotide di nicotinamide adenina (NAD) e proteine come le sirtuine, che hanno tutte un ruolo negli aspetti di longevità.
Sinclair non cade in quella che considera una trappola morale, cioè che la tecnologia non è naturale, perciò nei suoi progetti sono coinvolte anche diverse aziende biotecnologiche. David Sinclair è co-fondatore della rivista Aging … ma andiamo al sodo presentandovi il suo libro più importante.

Secondo Business Insider l'industria globale dell'anti-invecchiamento (
antiaging) dovrebbe guadagnare un fatturato di 344,89 miliardi di dollari entro il 2027. Attraverso creme antirughe, integratori antiossidanti e sieri, le aziende cosmetiche stanno sfruttando una parte inevitabile della nostra vita: l'invecchiamento. 
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Il nostro genetista, però, non si occupa dell'industria dei cosmetici. 
“Longevità. Perché invecchiamo e perché non dobbiamo farlo” è il suo libro che definisce l'invecchiamento una malattia, spiegando, anche, come possa essere "curata" attivando le giuste iniziative.

Il Dr. Sinclair propone chiaramente una visione più radicale, rispetto a quella comunemente conosciuta sulla questione dell'invecchiamento. Assistito dal giornalista e professore dello Utah State, Matthew La Plante, il genetista  afferma che il fenomeno dell'invecchiamento, che abbiamo liquidato come inevitabile, deriva in realtà da un danno al DNA che è, non solo, identificabile, ma anche curabile. Con l’aiuto di Matthew La Plante il professore è riuscito a tradurre il suo messaggio scientifico in un libro generalmente accessibile, convinto del fatto che avere un background scientifico possa aiutare a capire più facilmente i contenuti del testo, ma credendo vivamente che ciò non sia per forza indispensabile.

La cura per l'invecchiamento di Sinclair si basa sugli ultimi progressi dell'ingegneria genetica. La fonte della sua "Teoria dell'Informazione dell'Invecchiamento", invece, ha avuto origine miliardi di anni fa, attraverso gli ipotetici batteri che hanno dato origine a tutta la vita sulla Terra.

​Sinclair propone il concetto di "circuito di sopravvivenza", un insieme di geni che interrompe la riproduzione durante i periodi difficili, per riparare il DNA danneggiato, e ci dice che, quando gli enzimi responsabili della riparazione del danno al DNA vengono sopraffatti, iniziamo a vedere i "sintomi" caratteristici dell'invecchiamento. Sinclair, nel libro, cita la propria ricerca sulle sirtuine (i principali enzimi responsabili della riparazione del DNA e della riproduzione cellulare), e su varie molecole che ne influenzano il funzionamento come unica causa dell'invecchiamento.

"Se sei sbalordito dall'idea che ci sia una causa singolare dell'invecchiamento, non sei solo. Anche i gerontologi, i medici specializzati nell'invecchiamento, spesso non chiedono perché invecchiamo, cercano semplicemente di affrontarne le conseguenze." 
(David A. Sinclair)


Sostenuto da 30 anni di ricerca, “Longevità”, mette in luce le difficoltà di conciliare le scoperte che si verificano in laboratorio con l'agenda della comunità medica in generale. Poiché l'invecchiamento umano non soddisfa la componente chiave di definizione di malattia da parte della comunità medica, Sinclair sostiene che non "si adatta perfettamente al sistema che abbiamo costruito per finanziare la ricerca medica, lo sviluppo di farmaci e il rimborso delle spese mediche da parte delle assicurazioni"; l’invecchiamento non visto come malattia è fuori dalle logiche, anche economiche, che governano la medicina.

Nel suo libro, il professore sintetizza la ricerca medica, l'analisi storica e l'esperienza personale, nel tentativo di rivoluzionare i nostri approcci all'assistenza sanitaria e la percezione dell'invecchiamento: tuttavia, nel libro, non spinge mai i suoi consigli verso una applicazione per parte del lettore o verso l’assunzione di specifici integratori.

"Lasciatemi dire che non consiglio mai gli integratori. Non testo né studio prodotti, né li approvo. Se vedi un prodotto che implica che lo faccio è sicuramente una truffa". 
(David A. Sinclair)


“Longevità. Perché invecchiamo e perché non dobbiamo farlo” non si deve legge come un libro di cucina dietetica alla moda, piuttosto, il testo si presenta come un sincero appello alla riforma e, inoltre, non si occupa solo di trasmettere i metodi testati in laboratorio dal genetista per aumentare la longevità. I capitoli dedicati al bio-tracciamento in tempo reale, all'ambientalismo e alla privacy compromessa a spese dei progressi tecnologici, collocano, la "Teoria dell'Invecchiamento dell'Informazione" di Sinclair, nel contesto di una comunità globale capace, ma, purtroppo, non disposta a innovare. In ogni modo, la dedizione dello scienziato alla comprensione dell'invecchiamento umano, sia su scala microscopica che globale, è destinata a mandare in frantumi secoli di paradigmi.

Grazie all'avvento dei kit di test genetici diretti al consumatore, e degli alimenti geneticamente modificati, il pubblico è più disponibile oggi a incorporare la genetica nella propria vita quotidiana. La medicina genomica, in particolare, è diventata una frontiera controversa che promette di rivoluzionare i trattamenti per alcune delle malattie più pervasive dell'umanità.

“Longevità”, a volte, afferma cose davvero sconvolgenti del tipo: "l'invecchiamento sarà straordinariamente facile da affrontare, più facile del cancro". David Sinclair non si presenta mai come appariscente, dopo 400 pagine dove vengono presentate solide ricerche, e commenti di tipo sociale abbastanza schietti, la maggior parte dei lettori potrebbe pensare che il libro ci stia promettendo l'elisir di lunga vita. Il messaggio di Sinclair, invece, è sorprendentemente semplice: 

"Non esiste una legge biologica che dice che dobbiamo invecchiare... ci vuole un pensiero radicale anche solo per iniziare ad avvicinarsi a ciò che questo significherà per la nostra specie".
(David A. Sinclair)


“Longevità. Perché invecchiamo e perché non dobbiamo farlo” è suddiviso sostanzialmente in tre parti: cosa sappiamo (il passato), cosa stiamo imparando (il presente), dove stiamo andando (il futuro).

Parte I: Cosa sappiamo (il passato)

Il testo inizia raccontando l'infanzia dell'autore nei sobborghi settentrionali di Sydney e come, il suo rapporto con la nonna paterna e la morte di sua madre, abbiano scatenato il suo interesse per l'invecchiamento umano. Il punto culminante di questa prima parte è la spiegazione di come le informazioni sono memorizzate nel nostro corpo: dati digitali (il genoma) contro dati analogici (l'epigenoma). Questa analogia funziona perché, come spiegato da Sinclair, le informazioni analogiche si degradano nel tempo e, allo stesso modo, i cambiamenti nell'epigenoma sono ciò che causa l'invecchiamento.

La seconda suggestiva analogia è quella di un pianista demente che inizia progressivamente a suonare le note (rompe il DNA) durante un concerto. Il pianoforte (il genoma) non è il problema, ma il pianista (l'epigeno) lo è. Le note occasionali non possono essere evidenti, ma quando accadono più frequentemente, diventano un problema. Lo stesso vale per l'invecchiamento.

In questa prima parte, inoltre, Sinclair ci introduce anche ai geni e alle molecole legati alla longevità - sirtuins, mTOR e AMPK -, e a come essi siano tutti attivati dallo stress biologico. Le sirtuine sono conservate in tutte le specie e fanno parte di un circuito di sopravvivenza. Nei mammiferi, hanno un ruolo importante in molti processi, tra cui la divisione cellulare, la riparazione del DNA e il metabolismo del glucosio. L'autore spiega anche come funziona l'ormesi per attivare quegli stessi percorsi e come essa possa essere raggiunta attraverso alcuni tipi di esercizio fisico, digiuno intermittente, diete a basso contenuto proteico e alcune molecole.

Parte II: Cosa stiamo imparando (il presente)

In questa sezione del libro l'autore spiega quali interventi hanno dimostrato di essere correlati a vite più lunghe e più sane. Questi includono la restrizione calorica, il digiuno intermittente (compresa l'alimentazione limitata nel tempo e le diete che imitano il digiuno), la restrizione delle proteine animali, l'esercizio moderato, l'allenamento a intervalli ad alta intensità (HIIT) e l'esposizione termica estrema (ad esempio l'esposizione al freddo, l'uso delle saune). Parla anche dell'esposizione alle sostanze chimiche nell'aria, alla plastica e alle radiazioni come cause di rotture del DNA.

Questa seconda sezione menziona anche i composti che sono stati scoperti per avere un effetto sull'invecchiamento: rapamicina, metformina, resveratrolo e nicotinamide mononucleotide (NMN, un precursore di NAD). 

Un altro argomento poi riguarda la scoperta della metilazione del DNA come indicatore dell'età biologica, così come le controversie sull'editing genetico e le promettenti applicazioni del sequenziamento genico, compresa la capacità di rilevare le malattie prima che sorgano i sintomi, così come il potenziale uso di dispositivi indossabili per dirci cosa dovremmo mangiare per bilanciare il nostro stato nutrizionale.

Anche se Sinclair è una persona ottimista termina questa sezione con una nota cupa, che fu premonitoria. Infatti il dottore scrisse di essere sicuro che un virus simile all'influenza sarebbe mutato e avrebbe ucciso oltre il 50% della popolazione che lo avrebbe preso, il che accadrà semplicemente toccando una maniglia della porta. Questa non fu una premonizione fatalista, ma piuttosto un avvertimento su ciò che doveva ancora avvenire quando il libro fu scritto, e che abbiamo riscontrato nella nostra recente esperienza di vita con la pandemia da Covid-19.

Parte III: Dove stiamo andando (il futuro)

La frase che riassume il punto di vista dell'autore sul futuro è che "la conoscenza è moltiplicativa e le tecnologie sono sinergiche". Come accennato in precedenza, Sinclair è un ottimista. Riconosce che abbiamo superato la capacità di carico della Terra, ma che il problema non è solo la sovrappopolazione, ma il consumo e lo spreco. Postula anche che una popolazione anziana non rappresenterebbe un onere per l'economia se rimanesse sana e potesse continuare ad essere utile alla società.

"L'invecchiamento non è solo una malattia, ma è la madre di tutte le malattie." 
(David A. Sinclair)


David Sinclair termina questo libro condividendo ciò che fa in termini di integrazione, dieta, esercizio fisico e altre abitudini di vita.

Conclusioni

Per poter collocare il ragionamento nell’alveo della prassi dello Studio Pancallo, per quanto riguarda i temi relativi alla cura di se e all’antiaging, ci preme evidenziare due aspetti.
  1. Sinclair con le sue ricerche sottolinea come l’invecchiamento sia la più importante malattia oggi presente e come questa non venga riconosciuta perché la parcellizzazione dei saperi se, da una parte, ha aperto all’approfondimento, dall’altra manca di una visione unitaria rispetto al problema. 

    Una questione che deriva dalla precedente è rappresentata dalla consuetudine a non leggere come processi infiammatori molti dei disturbi più comuni legati all’età. Se tale visione potesse venir modificata si potrebbe portare gli individui a comprendere che i meccanismi della cosiddetta Infiammazione Silente o Inflammaging, sono silenti e iniziano ben prima dell’età avanzata. Una maggiore cultura e prassi operativa riguardo a questo esporrebbe in misura minore gli individui circa le patologie correlate all’invecchiamento in quanto svilupperebbero misure legate al contenimento. Questo argomento ci riguarda da vicino poiché secondo la stima dell’Istat nel 2001, in Italia, il numero di ultra 65enni ammontava a circa 10 milioni e mezzo di individui, (18% della popolazione), entro il 2050 tale popolazione dovrebbe raddoppiare. Inoltre, secondo il Bollettino Epidemiologico Nazionale redatto dall’ISS (Istituto Superiore di Sanità), negli ultimi 50 anni l’invecchiamento della popolazione italiana è stato uno dei più rapidi tra i Paesi maggiormente sviluppati e si stima che nel 2050 la quota di ultra 65enni ammonterà al 35,9% della popolazione totale, con un attesa di vita media pari 82,5 anni (79,5 per gli uomini,85,6 per le donne).
    ​
  2. Gli studi del Prof. Sinclair ci portano inevitabilmente verso una riflessione legata alla trasformazione che anche la psiche dovrebbe riuscire ad effettuare per poter usufruire dei benefici che la ricerca offre. La battaglia nei confronti dell’invecchiamento infatti, richiede menti in grado di riconoscere alcune questioni fondamentali nella gestione dell’organismo:
    - la tendenza a rincorrere benefici immediati che allontana da ciò di cui si ha effettivamente bisogno;
    - il valore del disagio come esperienza trasformatrice;
    - la capacità di orientare le proprie percezioni in rapporto a ciò che risulta utile per fini evolutivi;
    - la gestione di se stessi come forma di autoregolamentazione su più piani (psiche e corpo) nella conduzione del proprio quotidiano.

Letture correlate:​​
  • ​"OLTRE IL TEMPO", LA FORMULA PER LA SALUTE E LA LONGEVITÀ
  • ​GUIDA ALLA MEDICINA FUNZIONALE
  • LIBRI CONSIGLIATI
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    La Dr.ssa Anna Pancallo, psicologa-psicoterapeuta è iscritta all’Albo Regionale Veneto, è specializzata in Psicoterapia della Gestalt, titolo conseguito presso la Fondazione Italiana Gestalt di Roma.

 Svolge l’attività dal 1993 e opera negli studi di Treviso e Mantova.

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