Caratterizzate da una dinamicità squassante nella loro fermezza marmorea, generate da un potente virtuosismo tecnico, da una incontenibile esuberanza espressiva e con un vigoroso impatto psicologico, le sculture del Bernini - teatrali e sofferenti anime - sono la massima espressione di uno scultore olistico (permetteteci questa definizione) che concepiva la sua arte, e quindi la vita, nell’armonia del tutto. La Medusa del Bernini, in particolare, c’inquieta ed esalta nell’espressione che cela un mistero: lo sguardo.
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Quando il grande Iósif Aleksándrovich Brodsky dal podio di Stoccolma, in quel lontano 1987, nella lettura del suo discorso per l'assegnazione del Premio Nobel per la letteratura, testo che ha assunto un significato altamente simbolico nel definire questo poeta, affermò che "l’estetica è la madre dell’etica", tutti avvertirono un fremito benefico che scosse tutto il corpo. Così, almeno, riportarono i commentatori presenti. Ma cosa avranno precisamente capito in quell'istante i presenti, e i posteri, di tale affermazione atomica? Cosa c'è di vero, di contraddittorio o manipolato in tale editto? E poi, che solco traccia nelle nostre menti tale frase e quale spunto di riflessione ci fornisce se la vogliamo analizzare e se abbiamo il coraggio di andare oltre l'avvincente narrazione dell'artista?
Quante volte uscendo da una mostra o da un concerto, o alla fine di un libro, dinanzi a un quadro ci si sente in qualche modo appagati, più sereni o talvolta turbati? In effetti è facilmente comprensibile come l’espressione artistica scateni in chi la osserva qualcosa che va oltre l’esperienza diretta, qualcosa di profondo. Potremmo dire che l'esperienza diretta, sia di creazione che di fruizione dell'arte, ha un ruolo che va oltre l'arte stessa, un ruolo che normalmente non vediamo. Per esempio, nel libro "L'arte come terapia" (Guanda), di Alain de Botton e John Armstrong, gli autori cercano in questo senso di dimostrare la natura strumentale dell’arte e individuano quelle che secondo loro sono le sette funzioni per dare un senso metodologico all'utilizzo della stessa come terapia: memoria, speranza, dolore, riequilibrio, conoscenza di sé, crescita e apprezzamento.
Continuiamo il nostro percorso di avvicinamento all'evento "Acqua per il corpo, energia per l'anima", che quest'anno si terrà presso i bagni termali di Harkani (Ungheria), dove sarà proposto un dialogo interiore attraverso l'ascolto del corpo nel contesto delle terme. Abbiamo voluto proporre un argomento leggero, ma profondo, e abbiamo pensato che il lavoro di un artista che esprime con le sue immagini la forza rigeneratrice dell'azione dell'acqua sul corpo e sulla mente, fosse un modo efficace e piacevole. Hula è un artista hawaiano che disegna volti di donne come se emergessero dall'acqua, ma anche dedite all'ascolto di se stesse e dell'ambiente che le circonda.
Toccanti queste enunciazioni della poetessa Alda Merini che abbiamo trascritto dal film di Ricky Farina “ALDA”.
Sono toccanti perché parole d’artista che travalicano il senso stesso della parola, il senso analitico della parola, creando un motivo più ampio di sensazioni penetranti. Un flusso che muove qualcosa, che tocca alcuni concetti cari alla psicologia, cari a Jung, ma li trasforma, li rende impalpabili e pur sempre presenti. I benefici dell'arte per chi desidera ascoltare. |
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