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Riflessioni sulla cura come atto sartoriale dell’anima Qualche giorno fa, sulle pagine di Robinson (12 ottobre 2025), Vivian Lamarque raccontava la propria esperienza di rinascita poetica e terapeutica, ospite della Settimana della Salute Mentale (màt) a Modena.
Nel suo articolo, dal titolo “Facciamoci tendere la mano senza paura”, la poetessa intreccia poesia e psicoanalisi in un gesto semplice e profondo: la mano che si tende verso l’altro, senza difese.
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Lo studio di Piero Cipriano sulla pratica psichiatrica odierna Il libro di Piero Cipriano nasce da una domanda essenziale: che cosa resta della salute mentale quando viene ridotta a diagnosi, pillole e protocolli, senza spazio per il lavoro interiore e la dimensione sociale della sofferenza?
In una società che misura tutto in termini di immagine e performance, la cura autentica di sé trova senso solo se rompe questa logica: non rincorsa al risultato, ma cammino lento di trasformazione interiore. Vivere nell’epoca del narcisismo
Oggi la nostra cultura esalta costantemente l’immagine, l’autoaffermazione, la performance. Il narcisismo non è più soltanto un tratto clinico: è diventato una condizione collettiva, un modo di vivere il tempo, le relazioni e la percezione di sé. Viviamo immersi in una rete globale dove la connessione è continua, istantanea, apparentemente illimitata. I social media sono diventati parte integrante della nostra quotidianità: li usiamo per comunicare, informarci, raccontarci. Tuttavia, al di là della funzione comunicativa e della creatività che spesso veicolano, stanno emergendo effetti meno visibili ma profondi, soprattutto sul piano della salute mentale. Tra questi, l’impatto sull’autostima è oggi uno dei più discussi e rilevanti. Per comprendere a fondo questo fenomeno, possiamo osservare due dimensioni sempre più intrecciate: da un lato la solitudine sociale, dall’altro il bisogno di scambio. Entrambe trovano nei social media un terreno ambiguo, fertile tanto per la costruzione quanto per l’erosione del sé.
L’ansia da performance colpisce spesso individui abituati a elevate prestazioni. Secondo uno studio pubblicato nel 2023, Imposter Phenomenon di M.R. Huecker et al., tale sindrome ha una particolare rilevanza in coloro che lavorano in campo sanitario e, in generale, negli accademici o in individui che occupano alti profili professionali.
Ogni essere umano è inevitabilmente il prodotto del tempo in cui vive.
La modernità accelera i processi di validazione della realtà, imponendo ritmi che comprimono gli spazi di riflessione e sottraendo profondità alla comprensione dell’esperienza. Tuttavia, proprio nelle zone d’ombra del soggetto si annidano i nuclei di maggiore trasformazione, quelli che, se attraversati, consentono di ridefinire la qualità delle relazioni. |
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