È solo nell’immagine riflessa che il corpo costituisce la propria unità, e non attraverso la biologia. Questo aspetto crea un collegamento tra ciò che vediamo e ciò che ci portiamo dietro, un legame che non è possibile spezzare. Per armonizzare un corpo, dobbiamo portare l’aspetto simbolico che ci riguarda a dialogare con l’involucro fisico. Ognuno di noi si porta dietro un’esperienza personale che, un po' per volta, si incarna nella nostra esistenza. Le posture che assumiamo sono il riflesso di questo corpo simbolico. Smuovere queste posture attraverso una cura a più livelli costituisce il presupposto fondamentale per un invecchiamento sereno e una vita di maggiore qualità nel tempo. Oggi non è un caso che il corpo risulti sempre più esteriorizzato; ciò riguarda il tipo di percezione orientata verso l’esterno che tendiamo ad assumere. È come se il corpo fosse svincolato da noi, al pari di un oggetto che funziona senza che ne sappiamo niente, una sorta di estraneo.
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Al giorno d’oggi, la ricerca di un’eco responsiva nel mondo, di un “adattamento”, di una reazione, nasconde molte insidie e, l’immagine dell’incontro tra Perseo e Andromeda, ci propone di ripensare alle modalità con le quali possiamo affrontare tale sfida riportandoci prepotentemente ai temi del riconoscimento, dello scambio amoroso e dell’intimità, ma anche al tentativo, attraverso quel tipo di esperienza consumata nel mito, di evolvere la storia familiare. La vicinanza con un altro individuo risulta connessa a uno sguardo sul mondo, alla capacità di prendersi cura delle persone come delle cose. La mancanza di questo tipo di attenzione coinvolge un certo disamore per ciò che ci sta attorno e per quello che riesce a coinvolgerci. Una sorta di deserto dello spirito che porta fuori da se stessi e, che in qualche misura, si collega alla difficoltà di dare valore al passato.
L’odierna tendenza a relegare l’altro sullo sfondo, come una melodia fissata che non può espandersi in armonie modulate, porta l’individuo ad andare continuamente verso qualcosa di esterno; un movimento incessante che coincide con un’esteriorizzazione continua della propria esistenza, un tempo dell’ordinario scandito dai bisogni dell’attimo. Il nostro tempo individuale è così catturato da ciò che proviene da fuori, come una farfalla attirata dalla luce, generando un’abitudine diffusa che rende difficile un orientamento interiore capace di calibrare i bisogni profondi, o nascosti, che attendono costantemente d’essere soddisfatti. La vita umana si snoda lungo il tempo attraverso un dialogo continuativo con noi stessi. Per spiegare con altre parole possiamo dire che il pensiero umano è catturato dalla temporalità e la realtà psicologica dell’individuo non può situarsi fuori da questa condizione.
Ma quali sono le caratteristiche del nostro tempo? Una visita al Museo Gypsoteca Antonio Canova di Possagno è un’esperienza unica, non solo grazie al fatto che incontriamo l’opera di un grande artista, ma come spesso accade dinanzi alla sublime arte, per incontrare se stessi. Ciascuna opera artistica fruita dallo spettatore è una congiunzione con una parte psicologica dell'autore, un riflesso che, se lo vogliamo osservare, funziona come specchio: in queste creazioni ci imbattiamo in un dialogo profondo con la nostra essenza più autentica. La gipsoteca del Canova, nello specifico, è una struttura intrisa di sacralità che spinge al silenzio, alla meditazione, sovrastati dai monumentali gessi dell’artista ivi contenuti, un pantheon che ci trasporta in una dimensione onirica, dove, la pregnanza delle opere rivela un bisogno comunicativo profondo dell’artista, ovvero, la necessità di rendere un materiale come il marmo capace di modularsi in forme aggraziate.
L’immersione nel Mito di Medusa, risulta efficace nel guidare la psiche verso rielaborazioni emotive importanti per la storia individuale di ognuno. Le associazioni attraverso i simboli, tra le pieghe del racconto mitico, aiutano a comprendere in modo significativo i passaggi necessari a sviluppare una mente che ha acquisito la capacità di connettersi verso una trasformazione continuativa. Procediamo innanzitutto, anche in questa fase del racconto relativo all’incontro tra Perseo e Andromeda, con il ricordare l’insieme degli accadimenti, per capire, poi, cosa cogliere in modo fruttuoso di questa circostanza.
Nella società contemporanea occidentale, la cultura della perfezione ha dato vita a un ambiente che non tollera debolezze o aspetti non conformi al modello ideale. Questo approccio, che si riflette sia nella sfera individuale che in quella collettiva, ha gravi implicazioni sociali ed economiche. La prevalente iperfocalizzazione sulla produzione ed il consumo, che sia di beni materiali o di immagini di perfezione, ha generato un contesto in cui l'accettazione dell'imperfezione diventa una sfida significativa. Questo influisce sulla percezione individuale di sé e permea i media, i governi e la cultura popolare, contribuendo a una narrazione di violenza e competitività; una modalità che si è man mano impadronita della dimensione sociale poiché esiste una continua risposta da dare al sistema produttivo che rende normale la distanza da altre parti di sé.
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