Alcuni quesiti si pongono all’interno dell’incessante scambio corpo-mente. Uno di questi riguarda il cambiamento del corpo nel corso dei secoli dove, la progressiva industrializzazione della società, culminata nella moderna era della tecnica, ha portato il corpo a venire progressivamente percepito come un oggetto. La “gestione sana” del corpo ricalca molto questa visione che, invece, risulta molto più complessa sul piano esperenziale.
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“Le forme di educazione del bambino nascondono i sogni degli adulti.” (M. Foucault) ![]() Le difficoltà di un bambino rappresentano il riflesso di un ambiente che lo circonda a causa della sua inevitabile dipendenza dal nucleo familiare e della ridotta capacità di selezione degli stimoli, questo facilita il far sì che un ambiente possa risultare meno in sintonia con i suoi bisogni senza che ci sia necessariamente la volontà di esserlo. L’accelerazione dei sistemi di comunicazione marca una sostanziale differenza con i meccanismi sociali del passato, l’incredibile progresso dei mezzi di comunicazione ha senza dubbio contributo a creare una consapevolezza maggiore sullo stato delle cose. Tuttavia questa straordinaria velocità informativa va a discapito di un sapere costruito sulla consultazione diretta e sul confronto, elementi atti ad allenare la capacità di accogliere le divergenze rispetto alle opinioni altrui.
Il potere simbolico della malattia non va ignorato. Certamente l’invecchiamento espone al deterioramento biologico e, al tempo stesso, il dato più significativo oggi circa l’allungamento della vita è che viviamo più a lungo ma da malati.
Noi ora abbiamo un compito importante. Dobbiamo frenare l’isteria di questo mondo. È assurdo alimentarla. Dobbiamo affermare con fermezza le nostre verità senza esporle al giudizio dell’attimo. Dobbiamo dare fiducia agli anonimi e agli sconosciuti. Andare a scuola dai silenziosi, dagli appartati. La politica e la comunità hanno senso se ci fidiamo degli altri, se non pensiamo che sia tutto un imbroglio. La reazione di panico è strettamente connessa ai ricordi che una parte del cervello porta con se. La zona in cui hanno sede tali ricordi è denominata amigdala, in lei si trova una sorta di biblioteca delle memorie negative e si attiva per associazioni emotive scatenate dallo scambio individuo-ambiente.
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