L'ortoressia, dal greco orthos (corretto) e orexis (appetito) - riconosciuta tra i disturbi della nutrizione dal DSM-5 (*) - è un fenomeno che sta emergendo con sempre più forza nella società contemporanea. Il disturbo è caratterizzato da una preoccupazione eccessiva per il cibo sano e la qualità degli alimenti, questa condizione può condurre a restrizioni alimentari e isolamento sociale. Chi soffre di ortoressia si impegna in una ricerca ossessiva di cibi ritenuti sani, evitando quelli percepiti come impuri o non salutari. Questo comportamento, apparentemente positivo nella ricerca di uno stile di vita salutare, può sfociare in una preoccupazione patologica che compromette la salute mentale e fisica. La promozione di una corretta educazione alimentare è fondamentale per contrastare l'ortoressia. Comprendere la differenza tra una dieta sana e l'ossessione per il cibo è il primo passo per prevenire e gestire questa condizione. Infatti, questo tipo di disagio, si nutre di idee fisse poco legate ai principi di una alimentazione sana. L’ossessività è il fine di questi comportamenti legati all’assunzione di cibo, dove domina la scelta degli alimenti puri e l’intolleranza per chi non nutre le medesime abitudini alimentari. Ne consegue che il senso di convivialità risulta fortemente penalizzato, portando il soggetto ad un isolamento personale. L'ortoressia può avere radici profonde nei disturbi dell'immagine corporea e dell'autostima, per tale motivo risulta fondamentale valutare l'importanza di approcci terapeutici globali e interdisciplinari che coinvolgano una visione dei meccanismi di interrelazione tra mente e corpo. In conclusione, è essenziale aumentare la consapevolezza su questo fenomeno emergente e promuovere un approccio equilibrato alla nutrizione perché i soggetti ortoressici non hanno la percezione di tale disturbo. Anzi, in un ambiente sociale condizionato da molta letteratura sul benessere, le persone affette da tale disturbo, utilizzano il linguaggio prevalente che trovano nei mezzi di comunicazione di massa, per affermare la loro idea di alimentazione, quindi il proprio disagio. La differenza tra il soggetto ortoressico e un soggetto che ha un approccio attento ma sano all’alimentazione, sta nel fatto che, quest’ultimo, è in grado di modulare tale atteggiamento a seconda dei benefici reali che ne ricava. Riconoscere l'ortoressia come una condizione seria di disturbo psichico, è il primo passo per garantire che le persone ricevano il supporto di cui hanno bisogno per mantenere un rapporto sano con il cibo e preservare il loro benessere complessivo. (*) Il Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, Fifth Edition, è l'aggiornamento 2013 del Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, lo strumento tassonomico e diagnostico pubblicato dall'American Psychiatric Association. Nel 2022 è stata pubblicata una versione rivista.
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