“Il corpo è il luogo della rottura, per questo gli si affida il privilegio della riconciliazione. È lì che bisogna applicare il balsamo. L’azione sul corpo riflette la volontà di colmare la distanza fra la carne e la coscienza, di eliminare l’alterità insita nella condizione umana: quella, banale, delle insoddisfazioni quotidiane e quelle, fondamentali, dell’incosciente” (D. Le Breton, “Antropologia del corpo e modernità) La capacità di gestire una condizione corporea adeguata nel rapporto tra il corpo e lo spazio, implica un lavoro di conduzione/accompagnamento nell’esecuzione degli esercizi che utilizziamo, per esempio, in palestra. Spesso per raggiungere l’obiettivo del numero di ripetizioni prefissate si perde il contatto con il proprio assetto posturale. Il corpo appare sbilanciato nell’esecuzione e ciò rischia di alimentare alcune condizioni di squilibrio già esistenti. Questo atteggiamento è creato da una tendenza piuttosto diffusa: si pratica un lavoro fisico per fuggire da se, per non pensare, per alleggerirsi, per inseguire risultati immediati, per uscire da quel corpo, in altre parole per allentare una pressione generata dalla difficoltà di collocarsi nel mondo. Il problema è quindi di più ampia portata, liberarsi di se stessi è un imperativo diffuso e si esprime attraverso il modo in cui il corpo si affronta, cioè cercando di sopprimere quella voce di disagio che si percepisce nel proprio blocco o nella difficoltà ad armonizzare parti di se che devono essere orientate attraverso movimenti regolamentati. Il bilanciamento corporeo è un elemento indispensabile per il lavoro posturale, infatti ciò che sorregge parti anche ben allenate di noi, sta nella capacità di avere una corretta modulazione della muscolatura centrale e di riconoscere come spesso si evitino parti muscolari poco allenate a causa di una sistematica dissolvenza verso ciò che si percepisce debole. “Certe pratiche comportano l’eventualità di un passaggio per liberarsi dal logorio di essere se stessi: consentono un momento di riposo, di pacificazione, di vacanza da sé.” (D. Le Breton, “Fuggire da se”) Creare stabilità e forza nella pratica di qualsiasi allenamento è un aspetto fondamentale per ridare al corpo maggiore scioltezza e coordinamento. Un lavoro di allenamento sull’insieme delle catene muscolari che sorreggono la fascia centrale del nostro corpo, così da infondere stabilità all’asse portante della nostra struttura, per creare l’equilibrio funzionale del cosiddetto ‘core’, il nucleo essenziale del corpo situato tra la porzione inferiore del busto e il margine inferiore del bacino, è un aspetto fondamentale per dare equilibrio alla nostra pratica corpo mente. Il core è il centro del corpo, colui che guida tanto la parte superiore quanto quella inferiore stabilizzando lo scheletro, e dando origine alla maggior parte dei movimenti funzionali del corpo, per questo motivo il lavoro di rafforzamento è indispensabile per sentirsi un corpo unico. La muscolatura centrale profonda necessita di una stimolazione lenta e mirata così da permettere quella regolamentazione dell’insieme corporeo che ha un’importanza fondamentale nell’economia funzionale. Spesso i muscoli vengono considerati soprattutto un mezzo per muoversi meglio o per riuscire ad essere maggiormente scattanti. Invece, i muscoli, soprattutto quelli centrali, rappresentano una centralina globale di grande efficacia anche a livello metabolico, in grado di produrre alcuni ormoni e influenzare il funzionamento di molti altri. I muscoli hanno un peso sulla regolamentazione del glucosio, e quindi delle centrali energetiche, attraverso il loro allenamento si aumenta la produzione degli ormoni tiroidei incrementando gli indici metabolici e favorendo la sintesi di proteine ed enzimi. Inoltre l’attività corporea è in grado di aumentare i livelli di testosterone, dell’ormone della crescita (molto importanti per incrementare la massa muscolare) e gli ormoni del surrene (che hanno un loro peso ai fini della funzionalità cardiaca). Le fibre muscolari sono anche in grado di rilasciare degli ormoni denominati “IGF-1” i quali, trasportati dalle cellule attraverso dei ricettori, alla loro attivazione si trasformano in cellule muscolari in grado di riparare il muscolo o di potenziarlo. L’ormone che viene maggiormente attivato attraverso una regolare efficienza fisica rimane l’irisina, l’esercizio fisico regolare e l’utilizzo della muscolatura centrale, consentono a questo ormone di operare la trasformazione del grasso di deposito in un grasso metabolicamente attivo. Questo aspetto risulta molto importante ai fini della salute poiché l’accumulo adiposo viscerale è tra le cause di maggior rischio cardiovascolare. Per concludere, percepire le fasce muscolari che avvolgono l’addome permette di influenzare il portamento, la stabilità e il modo di rapportarsi al mondo. Attivarsi, quindi, alla percezione e all’allenamento dei muscoli che compongono il ‘core’ (trasverso, addominali obliqui interni ed esterni, retto addominale, muscolo multifido, quadrato dei lombi, muscoli paraspinali, muscoli del pavimento pelvico, grande e medio gluteo) significa dare a se stessi, sia fisicamente che psichicamente, stabilità, centralità e benessere.
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