Fedeli all’idea che a volte può risultare di fondamentale importanza riprendere alcune cose già conosciute al fine di guardarle con gli occhi del tempo presente, proponiamo la rilettura di un testo che alla luce dei vari movimenti umani può risultare di utile riflessione. Inoltre, il dare valore ad esperienze interiori differenti abitua a sviluppare un ottica flessibile modellata sulla molteplicità delle visioni osservate. Guida alla scoperta del nostro lato oscuro, il piccolo libro dell’ombra Robert Bly è stato un poeta statunitense, pacifista e leader del Mythopoetic Men's Movement, un movimento New Age nato negli Stati Uniti negli anni ‘80, che concentrava le sue attività nell’auto-aiuto e nei laboratori rivolti agli uomini, condotti da varie organizzazioni e autori. Il termine mitopoetica è stato coniato dal professor Shepherd Bliss e definisce uno stile generale di auto-aiuto psicologico ispirato al lavoro di Robert Bly, Robert A. Johnson, Joseph Campbell e altri autori junghiani. Le attività di gruppo utilizzate dal movimento furono fortemente influenzate dalle idee dello psichiatra svizzero Carl Gustav Jung, ad esempio l’ispirazione agli archetipi junghiani da cui deriva l'uso di miti e fiabe, presi in prestito da varie culture, per interpretare le sfide affrontate dagli uomini nella società. “Il piccolo libro dell’ombra” di Robert Bly, per entrare nello specifico della nostra recensione, è una riflessione arguta ed intima sul processo della rimozione che alimenta le parti inconsce, sconosciute e rinnegate: l’Ombra, appunto. Robert Bly, che era principalmente un poeta, definisce l'Ombra attraverso una metafora: “l’Ombra è una sorta di sacco che ciascuno porta sulle spalle e in cui ripone tutti gli aspetti della propria personalità che non gli piacciono.”. Nei capitoli del libro Bly delinea gli itinerari che permettono di svuotare questo sacco, di guardarsi dentro e di fare pace con la parte più nascosta di se stessi. “La nostra cultura ci insegna fin dall’infanzia a separare le polarità dell’oscurità e della luce, che qui io chiamo la madre e il padre. Perciò alcuni ammirano il lato illuminato della personalità, quello del pensiero destro, che se vogliamo possiamo associare al padre, e altri ammirano il lato oscuro, quello del pensiero sinistro, che, se vogliamo, possiamo associare alla madre e mitologicamente alla Grande Madre. La maggior parte degli artisti, dei poeti e dei musicisti appartengono al secondo gruppo e amano l’intuizione, la musica, il femminile, le civette e l’oceano. Il gruppo del pensiero destro ama l’azione, il commercio e l’impero.” (R. Bly, “Il piccolo libro dell’ombra”, 1992) Quello che suggeriscono in generale le poesie e gli scritti di Robert Bly è che “devi cambiare vita”, o meglio, come avvertiva il ‘philosophus teutonicus’ Jacob Böhme, “ascoltare poesie serie e resistere a ogni cambiamento è peggio di una perdita di tempo, è pericoloso”. Lo stesso fenomeno succede leggendo Bly. Böhme, in una nota a uno dei suoi libri, chiedeva al lettore di non leggere il suo libro a meno che non fosse disposto ad apportare modifiche etiche e pratiche alla propria esistenza. Il rischio, sosteneva Boehme, era che il libro potesse far male al lettore ottuso che non fosse stato in grado di aprirsi alle sue tesi, quanto meno ad ascoltarle con animo “produttivo”. L’aneddoto letterario appare nel brillante saggio di Robert Bly sulla poesia di Wallace Stevens, dove il poeta elogia la straordinaria intelligenza sensoriale di Steven, ma dice anche che il suo fallimento nel "cambiare la sua vita" è stato disastroso per la sua stessa poesia successiva: “Stevens ha portato l'ombra nella sua poesia, ma l'ha chiusa fuori dalla sua vita quotidiana.”. "Ombra" è la parola chiave nella valutazione di Bly. Il severo giudizio sul lavoro di Steven, dopo che non era riuscito a "vivere nell'ombra", è che "le ultime poesie sono tanto deboli quanto scritte da un genio sensibile". Il forte interesse di Robert Bly per il concetto di ombra umana, ispirato da Jung, risale agli anni in cui il poeta viveva da solo a New York e che lo stesso ha spesso definito come un periodo buio della propria vita, ma ricordando pure la consapevolezza del rapporto esclusivo con il concetto di ombra che lo accompagnava quotidianamente già allora: "se un aiuto arrivasse per tirarmi fuori dalla mia miseria, verrebbe dal lato oscuro della mia personalità". (R. Bly, raccolte poetiche, 1971) La citazione, come ci racconta William Booth nella prefazione del libro originale in inglese, è tratta dalla lettura di poesie del 1971, dove “il poeta scelse per la prima volta il concetto dell'ombra come immagine tematica, e produsse una più potente esplorazione e narrazione dell’ombra che in uno strutturato e logico discorso psicologico.”. Bly si muove nel suo costrutto letterario di immagine in immagine, di aneddoto in aneddoto, di fiaba in fiaba. L'ombra è "il lungo sacco da trascinare dietro di noi", appesantita dalle nostre parti, da quelle dei nostri genitori o della comunità che non ci ha approvato. L'ombra viene anche immaginata come una sottile pellicola grigia arrotolata in una lattina, nascosta ma pronta a trafiggerci con immagini realistiche proiettate su uno schermo gigante o riprodotte sul volto di una moglie o di un marito. L'ombra, a lungo repressa del dottor Jekyll, si erge nella forma del signor Hyde, una figura deforme simile a una scimmia contro un muro. Bly va oltre a una sola evocazione razionale del significato dell'ombra, mostrando cosa si può fare per cambiare la propria vita e richiamare l'energia che si è perduta nell'ombra appunto, così rimanendo assolutamente attuale anche in questi giorni dove si riaffaccia la possibilità di una guerra nucleare: “Coloro che hanno un atteggiamento passivo nei confronti delle loro proiezioni contribuiscono al pericolo della guerra nucleare, perché ogni particella di energia che non recuperiamo attivamente con il linguaggio o con l'arte galleggia nell'aria sopra gli Stati Uniti e resta disponibile per Reagan. Il Presidente ha un grande aspirapolvere energetico che succhia tutta l'energia galleggiante. Nessuno deve farvi sentire in colpa perché non tiene un diario o non fa arte; ma tali attività aiutano il mondo intero. Che cos'ha detto Blake? ‘Nessuno che non sia un artista può essere cristiano.’. Il poeta britannico intendeva dire che chi si rifiuta di accostarsi attivamente alla propria vita, per mezzo del linguaggio, della musica, della scultura, della pittura, del disegno, è uno scarafaggio in abiti umani, non è un essere umano. Blake stesso andò a caccia del suo materiale Ombra con tre discipline: pittura, musica e linguaggio. Egli illustrò le proprie poesie e le mise in musica. Non lasciò in circolazione nessuna energia che i politici potessero usare per proiettarla su altre nazioni. Una delle cose che dobbiamo fare, come americani, è impegnarci fortemente a mangiare le nostre Ombre individuali, evitando così di lasciare in giro energia che possa essere raccolta dai politici per essere usata contro la Russia, la Cina o i paesi sudamericani.” (R. Bly, “Il piccolo libro dell’ombra”, RED EDIZIONI) “Il piccolo libro dell’ombra. Guida alla scoperta del nostro lato oscuro.” RED edizioni, prima edizione 1992. Edizione originale: “A Little Book on the human shadow”, HarperCollins, New York, 1988.
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