Il corpo è per eccellenza il luogo delle nostre ambivalenze e occuparsi delle nostre ambivalenze vuol dire creare uno stato di benessere molto profondo; frequentare il corpo vuol dire saper dirigere le nostre ambivalenze.
PER OGNI PENSIERO ESISTE UNA SOSTANZA CHIMICA CHE L'ACCOMPAGNA Uno dei difetti della medicina classica è quello di aver scisso mente e corpo ignorando le immense connessioni che vi sono tra questi due "mondi"; connessioni che hanno un peso fondamentale sulla nostra salute e sui nostri comportamenti.
Oggi i dati delle ricerche sulla relazione e connessione tra mente e corpo ci dicono che due sono i fattori principali che si trasformano nel corpo in malattia:
Sappiamo che le emozioni hanno il potere di abbassare il livello di interleuchina 6, proteina antinfiammatoria protettrice di vari processi; la carenza di tale sostanza nel nostro organismo apre la strada ad una reazione a catena che può sfociare in malattie gravi o invalidanti. Inoltre, la relazione tra psiche e ormoni è molto importante ai fini della prevenzione e del benessere. La psiche influisce molto sugli ormoni in quanto tali sostanze, oltre ad apportare nutrimento a vari organi, donano caratteristiche più o meno marcate alle nostre emozioni. APPROCCIO INTEGRATO NELLA MEDICINA ANTI-AGING Il dato più rilevante consiste nel fatto che viviamo più al lungo ma da malati, soprattutto in Italia. Tale dato non è incoraggiante. L'anti-aging si propone come obiettivo non solo di essere una medicina di allungamento della vita ma sopratutto una medicina di prevenzione. Nella mia esperienza ultra decennale nel campo della medicina anti-aging, o della medicina rigenerativa, constato che se la mente non viene "lavorata" per percepire il corpo non si riesce a creare un meccanismo duraturo di presa in carico dei propri problemi ai fini di una corretta prevenzione. Ascoltare i limiti del corpo è possibile laddove si sia sviluppata un'abitudine a riconoscere la propria ambivalenza circa ciò che "vorrei essere" e "ciò che in effetti sono", rispetto ai parametri di un lavoro preventivo. Ci si arricchisce molto attraverso questo tipo di approccio abituandosi ad ascoltare i propri limiti ma riuscendo a sentire costanti cambiamenti nel quotidiano che migliorano la qualità di vita. Nonostante questo l'ambivalenza nel voler tornare indietro è rappresentata dall'abitudine di aver abitato il corpo in un altro modo per diverso tempo. Riuscire a gestire tale aspetto richiede capacità percettive allenate; non dimentichiamo che non solo ci si sente in un tal modo ma, soprattutto, ci si abitua a sentirsi in determinati modi e l'abitudine a portare l'attenzione su di noi staticamente finisce per inibire un ascolto reale. Bisogna essere esperti del proprio essere mutevoli nei propri desideri, sopratutto quando si incontrano degli ostacoli nel dover cambiare le proprie abitudini. I miei pazienti seguono una filosofia anti-aging ed ho potuto notare come intervenga il lavoro sulla psiche, al fine di sostenere la difficoltà del corpo al cambiamento, per poter veramente riportare indietro le lancette dell'orologio biologico.
Un lavoro capillare svolto per anni mi ha permesso di cogliere al meglio i nodi che impediscono di migliorare la salute e la tenuta della mente.
Ho potuto in primis riconoscere l'importanza fondamentale di una integrazione graduale che va sostenuta attraverso il lavoro psicoterapico. Nei gruppi Mente Corpo, che lavorano nel mio studio, si creano le corrette condizioni per sostenere tutto questo. Il concetto che sta alla base del mio lavoro per la creazione di un dialogo vincente tra Corpo e Psiche è:
NON MOLLARE, NON FORZARE.
Alla base di ogni cambiamento duraturo c'è una percezione che è stata orientata in tale direzione attraverso programmi che tengono conto della capacità personale di ognuno.
Gli anni di lavoro nell'osservazione della psiche mi dicono che questa strada va seguita, perché non ho mai conosciuto una mente che sta bene in un corpo che non funziona secondo le sue reali possibilità e che non possiamo occuparci di depressioni, ansie o malesseri interiori se il corpo non diviene una casa occupata dal suo proprietario. Il novecento, con le sue stupefacenti scoperte scientifiche, ci ha per altro abituati a consegnare i nostri corpi agli specialisti; non siamo più noi i proprietari della casa e questo si ripercuote sui nostri umori, sulla qualità delle nostre vite. Osservo come nella maggioranza dei casi non si vada dallo specialista per un consulto ma per "consegnare" noi stessi all'altro, per non avere parte attiva in questo processo. Tale aspetto implica una difficoltà all'ascolto interiore, sopratutto quando bisogna “passare” attraverso il corpo che in una buona parte dei casi risulta essere un illustre e problematico sconosciuto. È dunque più facile delegare la propria struttura fisica quando blocca il fluire della vita a causa dei suoi sintomi e delle sue rigidità. Sviluppare la capacità di ascoltare il corpo porta ad utilizzare diversamente le proprie emozioni, consentendoci un ruolo attivo nel potenziare la nostra salute. Tanto le persone in generale, quanto lo specialista, hanno come fine un processo di salute; se manteniamo un'attenzione esperta ai sintomi ed al linguaggio corporeo, la ricerca di soluzioni potrà arricchirsi di una capacità individuale volta ad orientare al meglio i processi di evoluzione e potenziamento delle proprie risorse personali. Il poeta Francis Thompson disse: non si può toccare una farfalla senza disturbare una stella
Alla base della salute esiste un'armonia creata da una Mente che guida, permettendo al Corpo di abitarsi.
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