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Il viaggio come ripartenza

29/8/2017

 
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L'acropoli di Atene.
In un periodo estivo viaggiare è un modo per stare in un luogo nuovo, come pure la possibilità di rompere le proprie abitudini e contattare nuove realtà.

Il viaggio aiuta ad incontrare e conoscere le differenze dei luoghi come delle persone, anche la mente si perde a vagheggiare su qualcosa di diverso mentre osserva panorami che non conosce; protesa a cogliere gli usi, le modalità e le abitudini del posto, più ricettiva al nuovo. Per associazione può essere il momento utile per pensare ad un'altra tipologia di viaggio: quello dell’eroe, le cui descrizioni sono presenti nelle fiabe, nelle storie tramandate dai popoli o nel cinema.

Le sceneggiature di maggior successo: dai western di John Ford, ad Ufficiale Gentiluomo, dal Mago di Oz a Guerre Stellari, da E.T. ai Predatori dell’Arca Perduta, esprimono la visione dell’eroe. Intere generazioni si sono identificate e hanno rivisto aspetti di se stessi nei protagonisti di questi film e in ciò che intendevano esprimere con le loro azioni.
Il partire è dunque anche espressione di un viaggio interiore, un desiderio che si è "messo in cammino", riconoscibile sotto forma d'impulso nei momenti di maggiore libertà dagli impegni. Non a caso, è proprio al rientro dalle vacanze che si programmano novità e cambiamenti, il momento adatto per creare trasformazioni.

Esiste sempre una circostanza in cui la vita ci chiede di abbandonare la visione normale per addentrarci in un territorio di diversa natura. Gli eroi delle fiabe, dei miti o delle storie, in genere iniziano il viaggio abbandonando il mondo normale per poi ritornarci portando con se il trofeo preso nel mondo straordinario.

L'eroe abbandona il mondo normale per avventurarsi in un regno meraviglioso e soprannaturale.
(J. Campbell, L’eroe dai mille volti, p.33)
Un momento questo in cui si è chiamati a reinterpretare la propria storia, ciò che sta dentro se stessi, tutto quello che attende di essere letto per dotarsi di spinta propulsiva: vissuti, sentimenti, immagini. Un passato da riconsiderare, un presente da condurre, un futuro immaginato che deve riuscire ad incrinare il presente per essere vittorioso.
Le partenze sono creatrici.
Ci plasmano
senza mediazioni.
(N. Giuliato, Partenze)
Come non pensare al mitico viaggio di Perseo?

Anche i miti seguono l'identico modello narrativo delle fiabe e anche loro sono stati ripresi dall’industria cinematografica; possiamo riflettere un novello Perseo nel protagonista del film "Ufficiale e Gentiluomo"?

La rinascita di Zack Mayo (Richard Gere), è dovuta al superamento degli ostacoli che gli pone l'istruttore, il sergente Emil Foley (Louis Gosset Jr.), questi  gli insegna a riconoscere i suoi veri bisogni, così accade in altre pellicole di successo: Attrazione Fatale, Indiana Jones e Il Tempio Maledetto, fino al più recente La Bella e la Bestia di Disney, l'eroe impara da ciò che incontra sul suo cammino.

Perseo è l’eroe per eccellenza dei miti greci, quello che taglia la testa all'orribile Medusa: si distingue dagli altri per essere uno dei meglio equipaggiati, un riferimento nemmeno troppo velato nel mito, alle grandi risorse dell’anima e alla sua capacità trasformativa,
"così carico di regali che era sorprendente vederlo camminare"
(C. Vogler, Il Viaggio dell’Eroe, p.48)
Il nostro eroe decide di partire per sfidare Polidette avendo promesso di ritornare con la testa della Gorgone; è una prova che deve riuscire a vincere per salvare la madre dalle insidie del tiranno.

Il viaggio lo porterà a riconoscere bisogni inerenti una propria evoluzione: una riconciliazione mai avvenuta con il proprio padre e con le sue figure maschili, un percorso di crescita interiore che comporta la modifica della visione che fin là aveva avuto della vita. Le prove che gli si pongono davanti gli insegneranno a condurre l’esperienza facendo leva sull’ascolto della propria voce.

Campbell, nel libro "L’eroe dai mille volti", parla di questo genere di prova come "riconciliazione con il padre". Perseo, quando parte, non riconosce tali bisogni nella propria vita ma accetta di apprendere dal proprio Mentore che è rappresentato dalla dea Atena.

Vladimir Propp ha definito questo tipo di personaggio 'donatore' perché la sua esatta funzione è dotare l’eroe di qualcosa di necessario durante il viaggio.
(C. Vogler, ibidem p.95)

Il padre non è da intendere solo come la propria figura genitoriale, il mito piuttosto, porta in primo piano lo sviluppo di una capacità psichica in grado di farsi carico delle proprie necessità, modellata attraverso l’ascolto degli insegnamenti che s’incontrano nella vita, compresi quelli familiari.

Perseo parte dall’isola greca di Serifos al mattino, trovando disseminati sulla spiaggia, gli strumenti donati dagli Dei: poi si alza in volo.

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Isola di Serifos, da dove partì Perseo.
Vola leggero Perseo, i venti e le nuvole sorreggano la tua impresa trasportando il desiderio di arrivare, sai di poter rivolgere lo sguardo 'verso...' senza lasciare che la tua fame di vita venga a mancare. Orsù Perseo vola, vola ... e lasciati condurre, elastico e sinuoso come la brezza che ti sospinge, preciso e diretto come il falcetto che con te porti.
(A. Pancallo, Medusa 2015-16)

L'Eroe si lascia trasportare da questa brezza e dalla leggerezza del vento, dando spazio al desiderio di partire, inseguendo il suo bisogno e imparando via via ad utilizzare gli strumenti magici necessari per affrontare la prova.

Nel momento in cui capiamo profondamente di dover andare verso qualcosa ecco che ci mettiamo nella condizione reale di poter compiere il Viaggio, inizia così la separazione da qualcosa che altro non è che il momento in cui ridefiniamo i limiti tra noi e gli altri.
Ci separiamo da ciò che ha fatto parte del nostro vivere per non perire, per compiere un'azione necessaria alla nostra sopravvivenza, per progredire.
Gli eroi moderni probabilmente non vanno in caverne o labirinti per combattere animali mitologici ma entrano nel Mondo straordinario e nella caverna più profonda avventurandosi nello spazio, nelle profondità del mare, nel ventre delle città o nel proprio cuore."
(C. Vogler, ibidem p.35)

Siamo tutti eroi che affrontano questo tipo di Viaggio per riunire dentro istanze diverse, gli amici e i nemici dell'Eroe che devono imparare a stare insieme dentro di noi. Perseo con la sua storia apre una finestra su questo mondo e l'occhio che indugia sulla baia di Livadi, vede molti eroi, e tanti altri che arriveranno, che prima di lui e dopo di lui solcheranno questo mare, per dare forma ad un'emozione o ad un desiderio nelle proprie vite.

C'è un eroe che non sa di esserlo (Perseo), egli per scoprire qualcosa di evolutivo in se stesso deve mettere in crisi alcune sue visioni o credenze, lo fa con paura e disagio ma alla fine riemerge.
Questa è l'idea che sottostà al mito per i Greci, non così diversa da ciò che si vorrebbe oggi. Forse in questo tempo abbiamo un problema in più, è più facile astrarsi che coltivare il sogno.
Il viaggio dell'eroe è uno dei modelli universali attraverso cui questa radiazione(luce) si mostra nel modo più brillante.
Penso che una buona vita sia un viaggio dell'eroe dopo l'altro. Ripetutamente siamo chiamati nel regno dell'avventura,verso nuovi orizzonti.
Ogni volta si presenta lo stesso problema: rischio? E se si rischia, ci sono pericoli e aiuti, realizzazione e fallimento. La possibilità di fare fiasco c'è sempre. Ma c'è anche la possibilità della felicità.
(J. Campbell, Lezioni di Felicità)
Lo avevano compreso i Greci nella loro fase luminosa, "Le Grotte", luoghi per l'anima posti sotto l'Acropoli, uno spazio dove chiedere aiuto al Dio e così facendo esprimere i propri bisogni profondi.

"Orsù Perseo vola, vola ..."


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    La Dr.ssa Anna Pancallo, psicologa-psicoterapeuta è iscritta all’Albo Regionale Veneto, è specializzata in Psicoterapia della Gestalt, titolo conseguito presso la Fondazione Italiana Gestalt di Roma.

 Svolge l’attività dal 1993 e opera negli studi di Treviso e Mantova.

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