Perseo torna in groppa a Pegaso, mentre sta sorvolando il mare scorge Andromeda che il padre aveva provato a sacrificare dando in pasto ad un mostro marino per sanare la crisi del suo Regno. Perseo a sua volta era partito a causa della sfida di Polidette che in realtà voleva toglierselo di mezzo. I due dunque, Andromeda e Perseo, sembra si incontrino in uno spazio che svela le loro ferite reciproche, entrano in contatto da subito con il peso delle loro storie e non mostrandosi nella luce migliore. Nel contempo, il senso della sofferenza presente nelle loro vite, dona loro quella capacità di riconoscere nell'altro una reale possibilità, ognuno è in grado di intuire il vero bisogno dell'altro e di liberare un atteggiamento di gratitudine reciproco che li trova uniti circa il rispettivo desiderio di costruire (fondano un regno), di crescere (le prove che li attendono con le rispettive famiglie), di trascendersi (dare un valore alla propria storia per una crescita,rinunciando così al trono che era loro stato assegnato per un nuovo regno). Perseo sa di essere arrivato lì spinto da una propria solitudine interiore per non aver potuto dimostrare il suo valore a causa dell'invidia di Polidette; Andromeda è figlia di Cassiopea che si era vantata di essere più bella delle Dee del mare (Nereidi); Poseidone aveva inviato un mostro marino per distruggere il regno del padre di Andromeda, Ceto e il mostro poteva essere placato solo con il sacrificio della figlia. Perseo arriva in un momento dove sanno, in un certo senso, già tanto l’uno dell’altro: sono entrambi incatenati a storie familiari complicate. Perseo ha ancora con se la testa di Medusa quando soccorre Andromeda, la quale, dopo essere stata salvata, deve ancora faticare per ottenere il matrimonio con Perseo a causa di un precedente pretendente che al momento del bisogno però aveva rifiutato di aiutarla. Sono due persone prive di quella menzogna narcisistica molto presente nella nostra dimensione attuale, che ci vuole liberi, autonomi e senza pendenze precedenti, inoltre si incontrano in una luce che non li rende splendenti poiché ancora schiacciati dal peso delle loro esistenze. Noi nasciamo attraverso un grido come manifestazione dell'abbandono assoluto nel quale la nostra vita è stata gettata. Ed è solo la risposta dell'Altro a rendere possibile la traduzione significante del grido in appello. Perseo raccoglie il grido di Andromeda, rimane al suo fianco sfidando la corte che a malincuore li vuole sposi. Dopodiché lei ricambia dando spazio al desiderio di lui di tornare nella sua di terra. L'amore esige di dare spazio al desiderio dell'altro perché lo ammiriamo e perché il suo desiderio accresce il nostro desiderio. Dunque il legame affettivo opera come una dimensione conoscitiva dell’altro, entriamo in contatto con l'interiorità dell’altro. La premessa di ogni dinamica affettiva sta nel cogliere le dinamiche emotive dell’altro. Perseo e Andromeda sono in grado di creare un reciproco senso di appagamento sopratutto perché sanno cosa voglia dire la solitudine. È questo il sentimento che permette un incontro: entrambi hanno sperimentato una ricerca delle armi necessarie per sopravvivere ai pericoli incontrati maturando una profondità di se stessi e del proprio desiderio interiore. Partendo dalla solitudine si può avvertire l'importanza che ha per noi la relazione, allora la solitudine è sopratutto un momento in cui preparo lo spazio per l’altro, ed in questo spazio affino la capacità di riconoscere ciò che è diverso da me come valore, per una evoluzione mia e per poter accedere all'appagamento dello stare assieme all'altro. Muta lo scenario dentro di noi molto prima che all'orizzonte si profili la presenza di un partner quando la dimensione psichica si accresce e si rende capace di affrontare prove più difficili. Quando poi arriva l'amore frustrando in noi il senso dell’onnipotenza, si è più preparati a prendere coscienza dei nostri limiti sia nella relazione come pure di quelli dell'altro nell'essere amati. Niente più della costruzione di una relazione amorosa ci porta in contatto con il disagio di un limite che non può facilmente essere trasfigurato. Consente di riscrivere in modo profondo l'esperienza della tolleranza, dell'allenamento al sentire il bisogno reale dell’altro, del riuscire a percepire le proprie necessità individuali anche in coppia. Quindi le trasformazioni affettive hanno il valore di indici particolarmente preziosi per la vita psichica di ogni persona, e per quanto spesso accade i nostri sentimenti possano apparirci costellati di toni oscuri e drammatici, di elementi destrutturanti, essi sono invece le guide migliori e rappresentano lo spazio privilegiato per dare espressione a una nuova lettura di sè. (Aldo Carotenuto, Il Tempo delle Emozioni) In fondo Medusa altro non è che la malattia del non amore verso se stessi e gli altri, la necessità di venire liberati da un vuoto, che ha bisogno di essere riempito con l’incontro, per dare un giusto spazio a ciò che ci connota e insieme ci definisce diversamente. Letture correlate Per chi si fosse perso qualche puntata ricordiamo che si può riprendere la scoperta del Mito di Medusa, dei suoi significati simbolici e della nostra applicazione psicoterapeuta, dando un CLIK ai seguenti bottoni:
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