La rivoluzione dei Telomeri Di Elizabeth Blackburn ed Elissa Epel L'uomo fa parte di un insieme chiamato da noi "universo", ed è una parte limitata nel tempo e nello spazio. Egli percepisce se stesso, i suoi pensieri e sentimenti, come qualcosa di separato dal resto, ma è una sorta di illusione ottica della coscienza. Questa illusione è per noi una specie di prigione, che ci relega nei nostri personali desideri e nell'affetto per le poche persone a noi più vicine. Il nostro compito deve essere di liberarci di questa prigione ampliando la portata della nostra compassione, in maniera che abbracci tutte le creature viventi e l'intera natura, nella sua bellezza. Nessuno riesce a realizzare del tutto questo obiettivo, ma tentare di raggiungerlo fa, di per se, parte del processo di liberazione e rappresenta il fondamento della pace interiore. Il Premio Nobel per la medicina Elizabeth Blackburn assieme ad Elissa Epel, psicologa della salute, riprendono in questo libro la citazione di A. Einstein al fine di fotografare, attraverso una mole di studi e ricerche imponenti, il modo di utilizzare la scienza al servizio della migliore salute possibile per ognuno e favorire dunque un cambiamento sociale.
Sono altresì influenzati da un ambiente urbano e da relazioni che favoriscono il senso di sicurezza. Certo non è possibile ipotizzare di eliminare le difficoltà presenti nel'arco della vita, ma possiamo imparare a "trattarle" in maniera adeguata così da fare in modo che non compromettano la qualità e durata della nostra esistenza. Ciò che colpisce di questo testo è lo sforzo sincero e documentato di porre su pari piano il corpo biologico e quello psichico, comprendere che connettersi a relazioni con gli eventi in maniera produttiva mantiene in salute i telomeri ci fa sentire più integrati e maggiormente responsabili circa la qualità della nostra esistenza relazionale. I telomeri vengono associati anche ad ansia e depressione, la presenza di telomeri corti nell'ippocampo sarebbe la strada che stabilizza i disturbi, difendersi dagli effetti del disagio psichico grazie alla capacità di rinnovamento delle cellule è un fine che richiede gestione di se stessi. In quest'ottica la depressione viene vista in parte come: UNA RISPOSTA DISFUNZIONALE ALLO STRESS; l'individuo tende ad allontanare la percezione del brutto in modo da non sentirlo, oppure tende a rimuginare senza sosta, criticandosi e arrabbiandosi. Tali reazioni sono caratteristiche anche dell'ansia dove molto spesso esiste una reazione fisica elevata ad un disagio relazionale. Le due autrici condensano in una frase molto efficace il problema: "la depressione non è altro che un'intolleranza verso l'essere tristi, l'ansia è un'intolleranza verso l'essere ansiosi"(p.160) Lo stress rappresenta un alimentatore che stabilizza il disagio ma anche la spia che a un livello più profondo qualcosa si agita e soffre. Lo studio di Blackburn e Epel, pone l'accento su come il pensare, sopratutto in termini di cultura (apprendimento), abbia portato l'umanità a sottovalutare i messaggi della natura (eredità biologica nel suo complesso), si ereditano a volte telomeri più corti perché i nostri genitori sono stati esposti a situazioni avverse, l'impronta traumatica infantile spesso cambia il modo di agire e di pensare, questo laddove l'evento traumatico non è espresso in maniera misurata, nel caso sia entro certi limiti, l'individuo impara la gestione dello stress, esperienza estremamente importante ai fini della nostra esistenza. Le proposte delle due studiose per un considerevole miglioramento
In conclusione, la lettura di questo testo è espressione di una visione scientifica al servizio del singolo, di una scienza che cerca il contatto con la vita. Molto bello uno dei passaggi finali, carico di speranza e saggezza: La storia dei telomeri può indurci a scegliere di migliorare la salute collettiva. Letture correlate: Comments are closed.
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