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Lo sguardo di Medusa

2/6/2016

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L'attenzione prevalente su uno degli elementi che costellano il racconto del mito di Perseo e Medusa, racchiude la possibilità di elaborazioni profonde, in un racconto ricco di aspetti che indagano sui processi profondi della psiche.

Il titolo lo Sguardo di Medusa, proposto per l'edizione 2016-2017 del Corso Medusa (novembre 2016 - marzo 2017), corso che presentato il 29 maggio scorso, rappresenta l'opportunità di sviluppare in modo originale il tema collegandosi ai processi di funzionamento della ‎psiche.

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Particolare della Fontanella della Medusa sul Palazzo baronale di Nemi.
A tal proposito, Eugenio Borgna, studioso esperto dei processi interiori, sintetizza in maniera decisamente efficace la funzione dello sguardo:
Lo sguardo non è un vedere oggetti ma un vedere destini: decifrare il fulgore degli occhi che si nasconde" [...] dietro il volto pietrificante di Medusa.
In verità, Medusa pietrifica chi non sa guardarla, chi mosso dal bisogno di vincere non può vedere in modo diverso le sue fattezze. Perseo riesce nell'intento, proprio perché si rapporta in altra maniera.

Medusa rappresenta la coscienza di un destino che può essere cambiato, il palpito di una vita che si risveglia nella trasformazione, il bisogno insito nell'essere umano, di conciliare il difficile con il bello.


Il Mito è una disposizione inconscia della psiche, tanto dell'individuo, quanto dell'umanità, il suo linguaggio permette un riconoscimento di quelle barriere interiori delle quali riuscire ad avere coscienza.


Il tema dello sguardo è già presente in Atena poiché il suo emblema, la civetta, ha occhi che possono penetrare le tenebre della notte.


Lo sguardo di Medusa va oltre, dotato com'è di una grandezza che attende di essere decodificata, non può essere guardato ma và seguito. Uno sguardo sacro che attesta un avvenimento, la punizione che Medusa ha ricevuto, e fornisce a Perseo, un senso determinante per il suo cammino, per la sua storia.

Ma dove guarda Medusa?
La tendenza compulsiva di pietrificare, attesta il desiderio inconscio di risolvere, di trasformare qualcosa del proprio destino. Medusa non guarda, attraversa, è mossa dall'intima necessità di riuscire a vedere e di non poter vedere. E Perseo comprende il suo bisogno, aggira la sua difficoltà muovendosi in modo da sciogliere l'incantesimo.
La facoltà umana di scavarsi una nicchia, di secernere un guscio, di erigersi intorno una tenue barriera di difesa, anche in circostanze apparentemente disperate, è stupefacente e meriterebbe uno studio approfondito. (P.Levi)
È proprio grazie a questa facoltà che Perseo passa oltre lo sguardo, in un certo senso lo corregge facendolo diventare elemento potente e determinante di quell'incontro.

Senza quello sguardo Perseo non saprebbe dove guardare, la potenza insita nella modalità di Medusa lo ferma, lo porta a costruire quella strategia che crea il confronto.
È uno sguardo che spaventa?
Solo in un primo momento, poi la sua potenza espressiva lascia spazio ad altre considerazioni; dietro lo sguardo si muovono i bisogni relazionali, l'ambivalenza dei sentimenti, il desiderio di una vicinanza emotiva, la paura di venirne sopraffati. Allora si fugge anche per il timore di essere corrisposti.

Per questo Medusa non può guardare Perseo, perché ciò che lei vede e il modo in cui vede rimanda a qualcosa di molto intimo, come un intermediario che rimanda a se stesso.

'Gli opposti sono l'indispensabile e ineliminabile precondizione di ogni vita psichicì', scrive Jung. 'La soluzione di questo conflitto tra opposti può essere simbolizzata dall'unione (coniunctio) ... e successivamente dalla comparsa di una neonata configurazione, simbolo di una nascente totalità. In sintesi un nuovo potenziale espresso in un nuovo atteggiamento: [...] al di là di ciò che la mente cosciente sia stata fino allora in grado di concepire... '. (C. G. Jung)
Lo sguardo come accesso ad un mondo interiore, che si esprime attraverso la corporeità del gesto, prima ancora delle parole.

Davanti alla modalità pietrificante di Medusa, Perseo scopre tutta la fragilità del suo sguardo, al tempo stesso, riceve in dono un modo di guardare nuovo che ampliando la sua coscienza, articola il suo punto di vista e lo costringe a vedere oltre.

La trasformazione degli istinti in immagini è un processo psichico di ordine superiore; esso presuppone un organo di percezione capace di vedere quelle immagini originarie.
(E. Neumann)

Quell'organo è la coscienza, come capacità di allargare la propria percezione e divenire portatrice di un modo per allagare la propria visione, far emergere ciò che non si vede (ma sopratutto) quello che era rimasto celato di quelle immagini originarie, e che non poteva essere guardato.

Perseo impara a non sfidare lo sguardo di Medusa, lo accoglie, scoprendo in questa maniera, la sua risorsa di vita.

Ma tu sai, caro il mio Apprendista Stregone, che a proposito di quella ferita io mi servo volentieri di un gioco di parole, peraltro assolutamente legittimo sul piano etimologico: è una “ferita”, ed è una “feritoia”, un minuscolo varco che ti consente di tenere d’occhio il tuo mondo interiore, di scrutare ed indagare la parte più misteriosa e segreta di te stesso. (A. Carotenuto)
Il Mito non rimanda solo ad un immaginario individuale, è anche un immaginario collettivo, pubblico e sociale.

Il Mito permette di essere testimoni di un racconto ma anche di trovare dentro se stessi il vissuto di quei gesti e di quelle azioni, di sentirsi accomunati da una storia che ci fa sentire sotto lo stesso tetto, tutti attori di una medesima rappresentazione.
Il gruppo è il luogo metodologicamente organizzato per comprendere i passaggi e le trasformazioni tra l'intimo,il condiviso e il pubblico. (R. Kaes)
Il gruppo che sperimenta il Corso Medusa, si muove all'interno dell'Hotel Negresco che assume i contorni di un luogo non-luogo, capace di abbracciare la psiche dei suoi partecipanti. Un ambiente costruito con l'intento di rappresentare la natura umana, attraverso espressioni artistiche originali e di grande pregio.
SCOPRI L'HOTEL NEGRESCO!
All'interno di tale contesto, si crea un lavoro di collegamento tra la mente inconscia del gruppo e l'anima del mondo, si favorisce l'acquisizione di un bagaglio relazionale di importanza fondamentale nel processo evolutivo.

Così appare l'Hotel Negresco, il contenitore di un immaginario esplicativo che partecipa alla messa in opera di un ridimensionamento dei fantasmi, la giusta collocazione per auto rappresentazioni comuni, condivisibili e appaganti.

Lo sguardo di Medusa può ora mostrare a Perseo, e a tutti noi, la propria ferita e il significato che le si attribuisce. Ma può anche rimettere in scena i bisogni di tale ferita e imparare a collocarla tramite un'elaborazione del personale modo di sentire.

L'eroe riviene al mondo per creare il suo futuro, la strada è tracciata, è a contatto con il morto ma è vivente, in contatto con la sofferenza ma vitale.

Può incontrare Medusa senza perdersi, prendere su di se la potenza di quello sguardo e andare oltre. Medusa, dal greco Medousa, colei che domina, ma che ha talento nel dominare, gli ha indicato la strada, lui ha avuto il coraggio di seguirla.

VENTO SULLA FRONTE, ROMBO DEL MARE,LUCE TORPORE,PENSIERO
DELL'ACCETTAZIONE,GIOIA CON SENSO DI GRATITUDINE VERSO CHI?
(E. Fachinelli)

Lo sguardo è ora ampliato, entrambi possono riprendere il cammino mentre una musica sale dalle viscere della terra e si scioglie in un canto, il delizioso canto di una rinascita straordinaria.

 Letture correlate:
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    La Dr.ssa Anna Pancallo, psicologa-psicoterapeuta è iscritta all’Albo Regionale Veneto, è specializzata in Psicoterapia della Gestalt, titolo conseguito presso la Fondazione Italiana Gestalt di Roma.

 Svolge l’attività dal 1993 e opera negli studi di Treviso e Mantova.

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La Dr.ssa Anna Pancallo,  psicologa psicoterapeuta iscritta all'Albo Regionale Veneto, è specializzata in Psicoterapia della Gestalt, titolo conseguito presso la Fondazione Italiana Gestalt di Roma. Svolge l'attività dal 1993 e opera negli studi di Treviso e Mantova.
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