Lo scudo lucente di Perseo un progetto di Studio Pancallo
Attenzione! La partecipazione al Corso è subordinata al colloquio previo con la Dr.ssa Pancallo, preghiamo chi fosse interessato di mettersi in contatto per tempo. La necessità di tornare al mito risponde ad una particolare esperienza di se stessi e del proprio mondo interiore. Gli ostacoli appartenenti al modo di funzionare di ognuno, dal punto di vista del mito, divengono matrici di conoscenza costruttiva invece che zavorre, vere basi di ogni cambiamento e di ogni dialogo tra soggetti. La particolare espressione contenuta nel racconto di Perseo e Medusa apre la strada ad un ribaltamento dei propri pregiudizi sul riconoscimento di se stessi, le immagini stimolate dal racconto racchiudono la possibilità di una conoscenza affettiva, piuttosto che analitica, un modo per rendere il sentire il vero pilastro sul quale poggiare la propria capacità di vita. La vera conoscenza del mondo non è "per sentito dire", per essere stati informati, ma per aver vissuto "sulla propria pelle", per esservi stati, per avere realizzato mediante esperienza. (G.Valli, Lo Specchio Infranto) Il motivo per cui il mito stimola all'esperienza diretta è senza dubbio legato al fatto di dovere la sua origine piuttosto che ad un modello preciso, ad una serie di istanze. Il racconto e l'elaborazione mitica sono la risposta a necessità sociali, psicologiche ed esistenziali, a cui il mondo pre-scientifico ha provato a dare forma. L'espressione di una visione del vivere attraverso la quale si possono ... descrivere luoghi, riti, nomi i cui significati originali erano andati perduti, per giustificare usanze ed istituzioni, per attribuire agli dei personalità e gesta drammatiche, per esaltare nazioni, tribù, stirpi e gerarchie politiche o sacerdotali, per conferire alla propria storia passata un alone di sacralità, per trovare conforto e sostegno per l'azione futura [...] (G.Bastogi, Il Pasto Sacro)
Abituare la mente a utilizzare le proprie percezioni per sperimentare qualcosa che si pesca "da dentro", rappresenta in ogni cammino evolutivo il punto più alto della dimensione conoscitiva. Il linguaggio dell'Anima richiede un collegamento e una relazione tra soggetto e oggetto: questa relazione risulta ben modulata quando si utilizzano i simboli tramandati nei secoli. Jung sosteneva infatti come il linguaggio dell'Anima sia "mitologico e drammatizzante" (C. G. Jung, Opere, Vol.11) ed ha bisogno di stimolazioni precise al fine di potersi aprire a nuovi apprendimenti. La capacità di metabolizzare nuovi percorsi richiede attenzione, cura e il sapersi confrontare con le sfide: Al mattino della vita, l'uomo si separa dolorosamente dalla madre, dal focolare domestico, per elevarsi lottando alla sua altezza, non avendo davanti a sé il proprio peggiore nemico, ma portandolo dentro di sé: il desiderio mortale del proprio abisso, di affogare nella propria sorgente, di essere ingoiato dalla madre. La sua vita è un continuo lottare con la morte, una violenta ed effimera liberazione dalla notte sempre in agguato. Questa morte non è un nemico esterno, ma la propria aspirazione interiore alla quiete e alla profonda pace del non essere, il sonno senza sogni nel mare del divenire e dello spegnersi. Anche nella sua più alta aspirazione all'armonia e all'equilibrio, alla profondità della filosofia e dell'estasi dell'arte, egli cerca la morte, l'immobilità, l'appagamento e la quiete. [...] Se vuole vivere, deve lottare e sacrificare la sua nostalgia per il passato, per giungere alla propria altezza. (C. G. Jung, La Libido, Simboli e Trasformazioni) Nella storia di Perseo e Medusa l'Anima trova la sua dimora e dentro questa, l'eco di parole che aprono alla pluralità di un sentire che per sua costituzione deve essere sfaccettato, a volte ambiguo e contraddittorio, mai troppo piano. È naturale immaginare come il combattimento di Perseo con Medusa altro non sia che la lotta dell'eroe con la propria natura, quel demone della psiche istintuale che prende molte forme: capacità autodistruttiva, aggressività ed egocentrismo, ma anche potenza, saggezza del passato, rinnovamento. Se ci si allontana da Medusa e dai suoi serpenti, la nostra coscienza eroica s'indebolisce, diviene priva di profondità e d'immaginazione creativa, l'ordine razionale spegne il vivo fuoco di una psiche protesa alla rigenerazione vitale. Lo scudo in questa visione, rappresenta l'elemento decisivo per andare oltre e superare la sfida, il volto di Medusa è visto come un'immagine che ha perso la propria potenza pietrificante in modo da rendere possibile il procedere oltre. Come osserva Vernant, uno dei più importanti studiosi del mito di Medusa: mediante l'intromissione dello specchio o l'impiego di un qualsiasi altro modo di rappresentazione per immagini, la potenza di irraggiamento è controllata. Perseo può dunque affrontare la sfida senza rischiare di venire risucchiato o assorbito nell'universo dell'altro. L'esperienza dello scudo ha una doppia matrice: da un lato mitigare la visione diretta, dall'altra consentire la trasformazione di Medusa che assorbe ogni sguardo altrui senza poterlo metabolizzare. Un nuovo modo di aprire a se stessi e alle proprie parti difficili operando una trasformazione dopo averle accolte, un nuovo modo di aprire agli altri avvicinandosi allo scambio senza perdere i propri bisogni. Il passaggio da uno specchio come oggetto estetico, ad uno funzionale per l'espressione relazionale. Come ha ben intuito Roberto Calasso, nel suo libro "Le Nozze di Cadmo e Armonia", si può dire di comprendere il valore dello scudo/specchio, "soltanto quando avvertiamo un'improvvisa coerenza tra incompatibili". Così risultano all'inizio del racconto Perseo e Medusa: lontani, diversi, drammaticamente conflittuali, poi si fa strada la coscienza dell'anima e attorno a questa immagine rivelata dallo scudo si svela il potere di un immaginario autorevole e riparativo, capace finalmente di una trasformazione unificatrice. Lo scudo si pone all'interno della sfida dell'eroe Perseo come il luogo in cui è possibile attuare una mediazione, lo spazio di una conciliazione che determina un cambiamento di rotta nel conflitto: vista nel riflesso Medusa appare mitigata, non più potente nella sua furia devastatrice ma testimone di un disagio che richiede una riparazione. Lo specchio assume anche una funzione evocativa, quella di lasciare emergere una memoria antica nell'eroe, una voce ancestrale che fa scaturire immagini attive, dotate della capacità di dare corpo a bisogni che fino ad allora parevano sopiti, quasi nascosti.
Il Corso "Medusa Simbolo e Trasformazione", rappresenta la cornice di uno specchio che dà forma al potente riflesso di un immaginario collettivo per guardare e cogliere in modo nuovo le proprie immagini personali. L'Hotel "Le Negresco" nella sua magnificente bellezza, il luogo dove favorire le gesta evolutive di una Psiche affamata del potere nutritivo del simbolo, fonte alla quale si abbevera, affinché si compia la meravigliosa trasposizione della visione. Ci basta avvertire talvolta la bellezza indicibile del Volto, per ritrovare il senso perduto di una dignità e di una misura semplicemente umane, per essere davvero chi siamo, nella nostra casa, sulla nostra strada. (F. Donfrancesco, Nello Specchio di Psiche) Letture correlate:
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