Come detto nelle precedenti pubblicazioni, relative i simboli del Mito di Medusa, sottolineiamo l'importanza che gli stessi rivestono nel metodo psicoterapeutico elaborato e proposto dalla psicologa Dr.ssa Anna Pancallo. Continuiamo oggi con la presentazione del simbolo del Falcetto. 3° approfondimento Il Falcetto, tra falsificazione e autonomia Secondo il mito è con una falce che Crono evirò il progenitore Urano per poi essere a sua volta detronizzato da suo figlio Zeus. Propiziatore di fecondità, il Falcetto come simbolo rappresenta la capacità di divenire autonomi, non a caso Perseo decapita Medusa con il falcetto. Uno dei sinonimi del falcetto è anche quello di "falsare"; Perseo entrando nel mondo adulto prende con se la responsabilità di gestire se stesso in rapporto all'altro nella coscienza di poter anche deformare gli eventi. Andiamo a vedere in quale modo questi significati rivestono importanza circa l'educazione interiore; il linguaggio della psicoanalisi risulta adeguato ai fini di un approfondimento di tale simbolo. Va dal barbiere a farsi tagliare i capelli. Qui gli si fa incontro una donna grande con tratti severi e gli taglia la testa. Nella donna riconosce sua madre. Purtroppo la psicanalisi ha pochissimo da dire sulla bellezza. La pulsione è una spinta attiva che l'individuo sperimenta come reazione ad una passività, di essere invaso, penetrato e per così dire intasato, da fuori e da dentro, senza potersi opporre. È ipotizzabile pensare che il bambino sperimenta un vissuto di passività come sua condizione originaria, per uscire da tale condizione deve sviluppare un'autonomia, tagliare la testa del genitore come dice Freud, per evitare di sviluppare coazioni a ripetere che si strutturano nelle relazioni. Come se l'esperienza del contatto con sé e con l'altro possa essere esperienza di violenza verso se stessi, un'invasione dunque. Freud sosteneva che noi manipoliamo la conoscenza di noi stessi sia per pudore come pure per una resistenza cosciente ad eventi e fatti della propria vita. Esiste poi un processo di rimozione che viene applicato a quei ricordi che ci creano dubbi su di noi, sulla nostra effettiva capacità di valutazione. Celebre è il primo caso di cui Freud riporta l'analisi, quello di Dora, (TRE SAGGI SULLA TEORIA SESSUALE, Frammento di un Analisi d'Isteria) una giovane donna che presentava sintomi isterici; in lei, la propria difficoltà ad accettare delle verità si era trasformata in una malattia di apparente natura organica ma che di organico non presentava nulla. C'è, nel carattere generale della nevrosi, una specie di tendenza alla conservazione, che assicura la persistenza di un sintomo già stabilizzato anche dopo che il pensiero inconscio di cui esso rappresentava l'espressione ha perso il suo significato e, per di più, non è affatto difficile spiegare su una base meccanica questa tendenza nei confronti della reiterazione di un sintomo ... Dipende dalla concomitanza di tante condizioni favorevoli. Questo ci porta a dire che già Freud aveva compreso che la mente falsa perché è più semplice per lei anche dopo che ha capito. Continuando sulla falsa riga di un linguaggio freudiano diremo che per divenire autonomi bisogna essere in grado di gestire le pulsioni primarie quindi trasformarle. Come può avvenire questo processo? Con un movimento interiore che la psicanalisi chiama di sublimazione, le pulsioni verso, tipico comportamento che il bambino non controlla, vengono trasformate in desiderio di conoscenza quindi sublimate. La sublimazione rappresenta dunque la base dell'autonomia ed il distacco dal genitore, un processo che deve essere reiterato più volte per portare quel distacco sano dal senso di angoscia infantile che necessita della metafora del falcetto per essere compiuto. Letture correlate:
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