Dopo qualche tempo dove abbiamo sospeso la nostra esplorazione del Mito di Medusa attraverso la disamina dei suoi simboli, e abbiamo dato spazio ad altre informazioni cominciando un percorso sull'acqua ed i suoi benefici, eccoci oggi a presentare il Simbolo della Bisaccia. Per chi si fosse perso qualche puntata ricordiamo che si può riprendere la scoperta del Mito di Medusa, dei suoi significati simbolici e della nostra applicazione psicoterapeuta, dando un CLIK ai seguenti bottoni: Buona lettura. Un luogo per la natura umana, il simbolo della bisaccia Quando si cerca di guarire dal malessere, spesso vi si ricade. Se vogliamo ridurlo mettendo in gioco una razionalità controllata, questo può fare ritorno sotto un'altra forma. La coscienza del problema non fornisce chiavi per una soluzione. Sicuramente ogni traccia porta in sè tanto un fattore di continuità quanto di discontinuità. Ciò che importa veramente è che la via d'uscita sia una via creativa, cioè una via che sia espressione dell'interrompere qualcosa quanto del legare. Si può divenire sia costruttori che distruttori a seconda dei propri movimenti ma è indubbio che si può creare, sempre! Questo implica che la psicoterapia purifichi il dolore dalle sue incrostazioni per ripristinare in ogni persona la capacità di renderlo fecondo. L'uomo, in realtà, cresce nella misura in cui risponde ai cambiamenti che il rapporto con l'altro richiede, incamminandosi per sentieri sempre nuovi, mai scontati, incessantemente aperti a nuove provocazioni. Ed ecco dunque il ruolo che assume la bisaccia, quella di permettere a Perseo di saper "prendere con sé" il frutto della sua esperienza. È un simbolo che non a caso viene ripreso dalla tradizione cristiana, attraverso la figura del Pellegrino che porta con se la Bisaccia o Bisacca. Bisogna dunque portare con sé l'esperienza della crescita, soprattutto nella sua parte scomoda, ma nel momento in cui essa stessa ci può accompagnare, palpita assieme a noi in una danza di tensione e ricostruzione che diviene una celebrazione dell'esistenza. Anche perché come diceva Bateson, La vita cambia le sue domande quando pensiamo di avere imparato le risposte. È vero però che si impara ad essere mortali attraverso il ruolo che il disagio provoca dentro di noi.
Soprattutto il disagio ci permette grandi cose, una sostanziale distinzione tra la bugia e l'inganno per sperimentare, in questo nuovo ricreare infinito di trame, che si può cadere nella bugia (ciò che a volte ci appaga sentirci dire) ma non nell'inganno; esso non abiterà più le nostre menti che rese vigorose da un impegno verso la propria soddisfazione si tendono alla vita che profondamente desideriamo essere imperiosa e sublime. In altre parole, dare carattere al distruttivo per non doversi voltare più indietro veramente.
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