No, zia Emma, era tutto vero e io ero in un posto reale. E ricordo che c’erano anche alcune cose molto brutte, ma tutto il resto era meraviglioso. Eppure continuavo a ripetere a tutti:"Voglio tornare a casa". L’eroe rinasce quando si permette di essere se stesso, quando rinuncia all’esigenza di essere al meglio. Non è un caso che dopo aver vinto la sfida Perseo incontra Andromeda, lei si trova legata ad un masso in mezzo al mare, quale sacrificio per l’ira degli Dei, lui la salva riuscendo a liberarla dal drago; dopo che il guerriero si è confrontato con il proprio demone può divenire un amante. Le due condizioni essenziali per divenirlo sono dunque queste: aver domato il mostro dentro imponendosi e nel contempo, riuscire a gestire le proprie emozioni limitandone gli eccessi. DOMARE E LIMITARE, queste le chiavi di entrata per un rapporto amoroso maturo. Tali chiavi aprono anche all’assaporare meglio la vita e il mondo. I miracoli accadono quando i desideri sono indirizzati diversamente, quando si gestiscono i desideri distruttivi, compreso quello di manovrare gli altri o forzarli affinché rispettino le nostre aspettative. Per fare questo si deve imparare a fondo la lezione dello specchio: vedere se stessi e vedere anche oltre se stessi perché ciò che definisce ogni essere umano non è accessibile al suo sguardo, lo specchio completa questa impossibilità rendendo visibile tutto ciò che non risulta accostabile ad una visione diretta. Naturalmente nel corso di queste prove si può sbagliare, andare avanti, per poi tornare indietro. In queste fasi è cruciale cambiare prospettiva, tornare indietro e guardare cosa di diverso avremmo potuto fare e orientarlo con nuove modalità. A dispetto di tutte le statistiche sul benessere quando ci si preoccupa degli stili di vita modulando così la predisposizione genetica, ciò che dona energia e vitalità, permettendo il desiderio di continuare ad esistere, risulta fortemente connesso alla propria capacità di mantenere la mente attiva, in grado di progettare, sognare e cambiare ancora. Come "Alice nel Paese delle Meraviglie" dal romanzo di Lewis Carroll, pronta a partire per un nuovo mondo ma che tuttavia deve imparare una nuova lingua, dei nuovi giochi, cambiare la prospettiva abituale dello spazio, dove per progredire in avanti deve fare delle deviazioni. Stupenda metafora sul processo di crescita, Alice ci insegna che la via maestra nelle trasformazioni non esiste. Oggi assistiamo alla presenza di una moltitudine di specchi, come se lo specchio non potesse suggerire più niente, la tendenza generale è quella di non affidargli più il suo ruolo, questo espone la mente e il corpo ad un processo distruttivo. Lo specchio si rifiuta di suggerire una qualsiasi correlazione del visibile con l’invisibile e non ricopre nessuna funzione simbolica. Il neuropsichiatra sa bene che il deterioramento dell’immagine speculare è uno dei segni più evidenti della demenza e che l’indifferenza è il risultato finale: stadio dello specchio a rovescio [...] ... che alberga a più livelli nel malessere umano e sociale. Il bisogno costante di nutrire la propria immagine ha rotto lo specchio, più questa viene alimentata più di pari passo si svaluta il soggetto nella propria identità, e sempre più lo specchio fa parte di questa rivoluzione dell’immagine fino a dover abitare solo ciò che non può essere mostrato. Al tempo stesso siamo in un epoca fertile poiché è "proprio la cecità interna alla visione che fonda la possibilità stessa di vedere." (S. Vitale, Memorie di Specchio) Questo desiderio è tradotto dal bisogno crescente di condividere esperienze che hanno come fine il miglioramento interiore. La psicoterapia è descrivere ciò che accade tra una cosa (la persona) e se stessa, ed è un compito che si deve riuscire a portare avanti sposando "la prospettiva di Alice nel Paese delle Meraviglie". Un linguaggio che sappia rappresentare le molteplici deviazioni che il dialogo tra coscienza ed inconscio personale comporta, con profondità e leggerezza. Una delle caratteristiche infatti che contraddistingue maggiormente la nostra anima è quella di una difficile sincronizzazione riguardo a se stessa, lo stesso carattere che possiamo scorgere nello specchio; ci vediamo ma per vedere bene dobbiamo studiare ciò che emerge da tale superficie riflettente senza poter eliminare il dissidio che dall’interno opprime l’identità. La materia emotiva può allora rimanere isolata dal complesso dell’Io perché rimossa; o isolata dall’anima perché l’evento viene tenuto a distanza come un mero fatto, irriducibile; o isolata da entrambi perché mancante di una forma, presentandosi piuttosto come una lacuna." Se riconduciamo queste affermazioni alla visione dell’eroe dobbiamo ricordare che tutti gli eroi che si rispettino devono arrivare ad una passo dalla morte per riuscire nella loro impresa, così noi dobbiamo vivere la sensazione di non farcela affinché la nostra resurrezione risulti credibile per noi stessi. Una buona storia [...] come un buon viaggio, ci lascia con un elisir che ci cambia, ci rende più consapevoli, più vivi, più umani, più completi, più partecipi di tutto ciò che esiste. Il cerchio del viaggio dell’Eroe è chiuso. Le difficoltà sono parte di un processo evolutivo, serve un allenamento a percepire meno la sofferenza di tale caratteristica umana. Io la guardo e dico "che sorpresa", poi che sensazione familiare di pensar che quando uno cerca forse non ha tempo di trovare." Medusa ci segue sempre ed imparare ad accoglierla vuol dire lasciare spazio ai simulacri, a quelle immagini potenti che aprono al riconoscimento di un istinto energico ed articolato. Un processo che ci conduce in un’altro mondo che però è sempre lo stesso mondo popolato di specchi che hanno il compito di riflettere ciò che ci cattura, o ciò che già ci appartiene ma rimane sullo sfondo. Italo Calvino nelle sue "Lezioni Americane" dedica delle pagine toccanti all’eroe Perseo, trova che la sua dote principale sia la leggerezza, le ragioni di quest’ultima stanno nel divario che esiste tra la descrizione di un evento e il procedere dell’esistenza. Si descrive molto lentamente, si vive con un senso del tempo che scorre incessantemente, come in una lenta pietrificazione. Allora Calvino fa ricorso a Perseo, l’unico in grado di fronteggiare la Gorgone Medusa. È sempre in un rifiuto della visione diretta che sta la forza di Perseo, ma non in un rifiuto della realtà del mondo di mostri in cui gli è toccato vivere, una realtà che egli porta con sé, che assume come proprio fardello. Letture correlate:
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