La leggerezza interiore è il risultato di un funzionamento che ha appreso come svincolarsi dalla paura del dolore psichico. Si ha paura di soffrire e sopratutto di non riuscire a svincolarsi dal soffrire, si prova una certa frustrazione nel sentirsi meno operativi e brillanti. Poter sostare nel disagio, stare nella tensione e renderlo produttivo aiuta a sviluppare uno sguardo interiore capace di trasformare la difficoltà in un’esperienza di grande conoscenza di ciò che risulta difficile dentro se stessi. Il dolore non è altro che la sorpresa di non conoscerci. Questa breve frase di Alda Merini riporta l’attenzione sull’importanza di una conoscenza integrata che passa attraverso un ascolto capace di modulare bisogni diversi. La leggerezza è il risultato di una capacità sviluppata, in grado di modulare il nostro sentire verso contrasti di minor attrito interiore. Lasciarsi toccare tanto da sentimenti piacevoli quanto da quelli meno piacevoli, imparare a renderli utili, abitua la psiche ad orientarsi e non provare eccessiva frustrazione nel disagio. Questo processo porta a sviluppare leggerezza, il frutto di una psiche che ha appreso un orientamento. In tal senso risuonano fortemente le parole di Italo Calvino: La leggerezza per me si associa con la precisione e la determinazione, non con la vaghezza e l’abbandono al caso. Letture correlate:
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