In occasione della Giornata della Memoria, siamo lieti di ragionare su un romanzo di Helga Schneider, "L’inutile zavorra dei sentimenti. Un caso d’amore ai tempi del nazismo". Helga Schneider, da anni si occupa di divulgare vari aspetti del fenomeno dell’Olocausto da una visuale "privilegiata", quella di una bambina tedesca che a tre anni viene abbandonata dalla madre per seguire l’ideologia nazista per lavorare come guardiana nei campi di concentramento, prima, e di sterminio poi, del Führer. “L’inutile zavorra dei sentimenti” pone in primo piano la storia di Karl avviato alla carriera militare, l’adolescente che scriveva poesie e fantasticava sulla vita viene sacrificato sull’altare del rigore e della rigida disciplina militare. Questo aspetto, fa tornare alla mente la storia vera di uno dei più potenti gerarchi delle SS Reinhard Heydrich, anche lui come Karl era un appassionato violinista piegato alla ragion di stato della Germania Nazista. Il recente film “L’Uomo di Ferro” narra l’implacabile voglia di Heydrich di distruzione dei nemici, per la quale si distinse sul campo seminando il terrore nella città di Praga dove, sognando un grande Stato di Polizia, crea la sua spaventevole sede nel turrito castello di Hradcany. Fra i tanti sogni del gerarca c'è anche forse il tentativo di sostituirsi a Himmler e forse allo stesso Hitler, che già guardavano con sospetto il suo fanatismo e il suo zelo nelle crudeltà, e che i nemici proprio per questo chiamavano "il macellaio di Hitler" (C. Li Gotti).
Se tu fossi cittadina di questo paese saresti un pessimo esempio di nazionalsocialista - constatò Karl, serio. Lei ribatté con un sorriso amaro: sapevo che alla fine ti saresti ricordato chi devi fingere di essere. Anche se in realtà vorresti vivere in campagna, circondato da animali, dal grano che cresce, e goderti il diritto di contare le nuvole senza che qualcuno ti giudichi un rammollito. Karl fu profondamente impressionato dalla verità che aveva colto in quelle parole, e si domandò di nuovo chi avesse davanti. Il silenzio rimase come sospeso fra loro. La Schneider in questo libro sottolinea come il credo hitleriano non era soltanto militare ma presupponeva una visione di fondo: eliminare quell’aspetto del brutto visto con la lente d’ingrandimento di una morale persecutoria, che doveva essere utilizzata per ripulire tutto questo attraverso una rigida classificazione di ciò che è bene e male per l’essere umano. Anche se le maschere del nostro 'secondo padre' possono sembrare innocue - e talune di queste maschere mostrano perfino il bonario e ampio sorriso dei padri del benessere - tuttavia il volto che si nasconde sotto di esse è e resta il vecchio volto del nostro primo padre. Il volto mostruoso. Con ciò non si vuol dire che i mascherati di oggi siano tutti dei simulatori e degli imbroglioni. In verità per la maggior parte di essi si può dire persino il contrario: essi non hanno mai visto allo specchio il loro vero volto e sono convinti di essere identici ai volti che indossano e di non possederne altri. Ma questo non migliora per niente la situazione, anzi la rende ancora più difficile.[...] perché non c'è niente di più fatale del fatto che la regola 'all'autore resta sconosciuta la propria azione'.[...]" Perseguendo tali concetti, i principali artefici dell’ideologia nazista credevano di aver conquistato il loro posto nel paradiso, tutto ciò che esprimeva una visione difforme da tale esaltazione perfezionista doveva essere eliminato. Ci si chiede se alla base di tale potente visione che ha coinvolto milioni di persone non ci sia un aggancio importante con il rifiuto di ciò che deve essere accettato per la sua naturale imperfezione. La madre della Schneider che scappa a servire Hitler, non è forse questo un esempio di come il bisogno di trovare qualcuno che rassicuri circa la propria difficoltà a stare nei contrasti, offra una fuga ben giustificata verso un paradiso inesistente? Si sa che l'essere umano è complesso, plurale, scisso, pieno di risvolti, ma ci vogliono guerre, grandi rivolgimenti per rendersene conto. È lo spettacolo più appassionante e terribile, pensò ancora. Il più terribile perché il più vero; non ci si può illudere di conoscere il mare se non lo si è visto nella tempesta come nella quiete. Solo chi ha osservato gli uomini e le donne in tempi simili a questo può dire di conoscerli a fondo, e solo lui conosce se stesso. Non a caso i principali artefici del Terzo Reich amavano i miti greci ma solo quelli ripuliti dall’aspetto mortifero che richiede una sapiente trasformazione: Medusa, la Chimera, il Minotauro erano profondamente banditi. Rimaneva posto per l’esaltazione di una cultura greca opportunamente depurata da tutti gli aspetti non consoni. Pare che lo stesso Hitler in una conversazione privata sia arrivato a dire: "se ci chiedono dei nostri antenati dobbiamo rispondere, senza dubbio, i greci!". Ecco il luogo dell’origine per eccellenza, l’apice della grandezza del Nord: Atene e – ancora più – Sparta, insomma la Grecia. Roma, per i nazisti, era un punto di riferimento più problematico: la città aveva espresso pienamente l’idea di impero, ma era stata anche il luogo di pericolose mescolanze razziali. Senza esitazioni, un gerarca del peso di Alfred Rosenberg, arrivava a proclamare che “il sogno dell’umanità nordica si è realizzato nella forma più bella nella Grecia antica”. L’antichità classica diviene oggetto di una vera e propria annessione. Il protagonista del romanzo della Schneider salva se stesso attraverso una passione anomala che lo porta a riflettere sul vero senso della propria vita. Tornano alla mente alcune parole dello psicanalista Aldo Carotenuto: La tensione dei contrari ci spinge al confronto con parti e zone rimosse e negate alla coscienza che solo la participation mistyque di una relazione amorosa può strappare al silenzio e alla negazione. Certamente si tratta di un'azione violenta, di spossessamento e di impatto con l'estraneità, con l'ignoto, come ci testimoniano le mille storie impossibili che viviamo e di cui siamo a conoscenza. Il rapporto tra i due sessi, i problemi legati al l'identità sessuale e di genere, le ambiguità del sentimento, le storture dell'amore, tutto questo è materia di continua trasformazione, affinché la coscienza possa estendersi e inglobare contenuti ancora inconsci, non solo personali ma anche collettivi. Non siamo solo noi, infatti, nel nostro intimo, nell'arco della nostra breve seppure intensa vita, a mutare. Muta radicalmente anche la visione del mondo, della famiglia, dell'amore, della reciprocità, della responsabilità e della morale. Ciò che fino a ieri appariva saldo e condiviso si incrina, e la coscienza è costretta a stare al passo coi tempi, a interrogarsi, a trasformarsi." Nella celebrazione annuale della Giornata della Memoria forse è utile ricordare che proprio la tensione dei contrari allenta la visione unilateralistica della vita e degli eventi, alla base di un ideologia che ha creato una ferita profondissima e non completamente rimarginata nella storia dell’umanità, dove albergava una visione irreale dell’essere umano che ha avuto il potere di trascinare milioni di menti. La storia serve se esiste uno sforzo nel presente a non rinnegare il disagio sacrificandolo sull’altare di ideologie fasulle. Letture correlate:
0 Comments
Your comment will be posted after it is approved.
Leave a Reply. |
|
NOTE LEGALI e CONDIZIONI DI UTILIZZO
I termini e le condizioni di utilizzo del sito web si applicano nel momento di accesso e/o utilizzo di questo sito web. Per saperne di più leggi la pagina note legali e condizioni di utilizzo del sito. |
PRIVACY e RETARGETING
Questo sito web usa Google Analytics per l'analisi delle visite e del traffico, inoltre utilizza il pixel di tracciamento di Facebook per fare retargeting. Per saperne di più leggi la PRIVACY POLICY. |