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Equilibrio e forza nella pratica dell’allenamento con lo SPACECURL 3D: una visione corpo-mente

23/1/2021

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Ogni individuo risente dell’ambiente nel quale vive e dal quale trae motivo di evoluzione. Una gestione di se stessi meno adeguata, rispetto a ciò che dovrebbe essere, limita fortemente la possibilità di favorire la salute individuale e sociale.
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Simone Diotallevi, Trainer Spacecurl
Oggi si parla moltissimo di benessere ma in questa miriade di informazioni spesso si rimane confusi nel riconoscere il tipo di lavoro più adeguato ai fini di un miglioramento del proprio stato psicofisico. L’attenzione è sicuramente rivolta ai benefici portati dall’attività fisica ma, in realtà, si tende ad avere una opinione individuale su due macroaspetti che spesso ci portano fuori pista e non coincidono con il raggiungimento di un benessere psicofisico:
  1. il fitness filo agonistico;
  2. la gestione fai da te.

Più in basso trovi il video sull'utilizzo dello SPACECURL 3D ☟

Questi approcci risentono di una visione sociale di fondo.
La prima coinvolge personalità che traggono il loro valore dai risultati alzando sempre un po’ di più l’asticella. La seconda viene praticata da persone che faticano ad accettare il contatto con i propri limiti al fine di ri-orientatarli.

La questione che risulta fondamentale è che il corpo richiede di essere guidato da una mente che deve riuscire a decifrare i suoi segnali e tradurli in attività.

Se valutiamo questa ipotesi, risulta fondamentale passare attraverso la comprensione di come questo corpo si muove nello spazio, quali le sue aree deboli, quelle maggiormente rigide e il rapporto che questi aspetti creano con l’esercizio, così da rendere possibile una costruzione di se che affronti tali difficoltà.

Alla base di molte pratiche, resiste forte la tendenza a non ascoltarsi. Infatti, il non pensare a nulla, quando si pratica attività fisica, tende ad essere associato ad una modalità di riduzione dello stress.

Altro aspetto riguarda il pensare per metodi, si pratica una disciplina perché piace o perché fa bene, ma è più difficile che tale approccio venga personalizzato sulle reali necessità del singolo, e risulta altrettanto difficile, prendere in considerazione altri due aspetti:
  1.  ogni attività fisica comporta il venire in contatto con i limiti del proprio funzionamento;
  2. il corpo va ricostruito attraverso un approccio che possa tenere in considerazione la relazione con lo spazio, e di come abitualmente ci si muove.

Queste valutazioni implicano un ascolto di come si pratica, e del tipo di intervento necessario per poter orientare l’attività che si svolge. Qualcosa che comprenda l’ascolto dell’apparato muscolo scheletrico e dei suoi limiti nell’esercitarsi.

Un aspetto che riveste una straordinaria importanza, sopratutto con il passare degli anni, è mantenere e potenziare l’equilibrio e la forza nell’apparato muscolo scheletrico; possiamo dire che il potenziamento di queste capacità va inquadrato come il risultato di un allenamento estremamente mirato, in grado di coinvolgere più parti del nostro corpo, di favorire un dialogo fatto di interscambi.

Un certo approccio nell’esercizio fisico consente di migliorare considerevolmente il problema dell’equilibrio.

Spesso non si ha una grande stabilità fisica e ci si accorge di questo aspetto quando vengono stimolati i nostri sistemi propriocettivi. Infatti, con la modifica degli abituali punti di riferimento, il corpo mostra le proprie difficoltà a mantenere la cosiddetta centratura e, in un primo momento, appare confuso e destabilizzato.

Un rafforzamento della struttura invece, si ottiene con esercizi che stimolano la flessibilità; catene muscolari corte ad esempio, tendono a togliere potenza all’organismo poiché il corpo si abitua a trattenere l’energia, piuttosto che portarla fuori.

Inoltre, la rigidità muscolare blocca parti del corpo che si tendono a coinvolgere nell’allenamento, con il risultato di alimentare le proprie posture piuttosto che indirizzarle diversamente nella pratica del movimento.

Tutti questi aspetti concorrono a creare il concetto di postura, cioè la posizione del corpo nello spazio e la relazione tra i suoi segmenti corporei.

Il corretto portamento scaturisce dalla posizione più idonea del nostro corpo, cosi da sviluppare le funzioni antigravitarie, con il minor dispendio energetico e la massima efficienza.

L’espressione "controllo posturale" si riferisce all’insieme dei processi statici e dinamici che condizionano la disposizione del corpo nello spazio, nella cui attuazione è di importanza fondamentale la contrazione dei muscoli grazie all’elaborazione del sistema nervoso centrale attraverso gli impulsi provenienti dalla periferia.

Tali impulsi sono di tipo tattile, uditivo, visivo, ed anche di fibre sensitive che controllano il tono muscolare (componente propriocettiva). Queste informazioni determinano la capacità di valutare la posizione del nostro corpo, elemento basilare per una corretta motricità e configurazione del senso di equilibrio.

Gli stimoli sensoriali che regolano la nostra stabilità  dipendono da vari fattori: neuromuscolari, biomeccanici, ma anche emotivi e relazionali. Vista così l’attività fisica è il risultato di un sistema di percezioni che va orientato a riconoscere i blocchi del corpo, che si evidenziano nella relazione con lo strumento adottato, ai fini dell’esercizio fisico.

L’equilibrio, non essendo la prerogativa esclusiva di pochi fortunati, ma una qualità allenabile, è di fondamentale importanza per la vita di tutti i giorni. Prerogativa per migliorare l’equilibrio è il potenziamento della sensibilità propriocettiva.

Inoltre, un aspetto fondamentale nella creazione di una stabilità corporea è l’elaborazione delle informazioni ed il tempismo nel coordinamento, in quanto sono necessarie reazioni ed anticipazioni nel controllo del movimento per ottimizzare la postura richiesta.

Sul piano più precisamente psichico, la gestione del corpo permette al sistema nervoso elaborazioni differenti come:
  • miglioramento della respirazione, la quale porta ad un aumento dell’ossigenazione con conseguente incremento della plasticità cerebrale;
  • indirizzamento dello stato percettivo che permette di convogliare diversamente le emozioni e conseguenti comportamenti.

L’attività fisica, costruita sul soggetto e volta a convogliare l’esperienza verso percorsi individualizzati, consente una coordinamento fisiologico come risultato di più assetti di funzionamento:
  • coerenza del ritmo cardiaco;
  • aumento dell’energia;
  • sincronizzazione dei vari sistemi fisiologici.

In aggiunta, l’aumento della produzione ormonale stimola una più vantaggiosa connessione biochimica in grado di alimentare una risposta psichica gestionale.

Si fa esperienza di un migliore tono dell’umore, e la maggiore tonicità della risposta muscolare, fornisce risposte più appaganti tanto dal punto di vista energetico quanto da quello della distensione.

Altro elemento non trascurabile sta nel ruolo del BDNF, il fattore neurotrofico che trasforma le informazioni mnesiche (immagini mentali e informazioni di vario tipo) in acquisizioni a lungo termine. L’attività fisica è in grado di stimolare il BDNF che a sua volta promuove l’angiogenesi, cioè lo sviluppo di nuovi vasi sanguigni a partire da altri già esistenti.

Questo fattore, secondo molti studi, è in grado di giocare un ruolo importante sulla salute psichica dell’individuo,contribuendo a contrastare l’insorgenza  di disturbi quali depressione, sindrome ossessivo-compulsiva, anoressia, bulimia.

Gli aspetti sottolineati riportano ad una pratica del dialogo corpo-mente che va necessariamente orientata come un linguaggio da apprendere, così da favorire acquisizioni a lungo termine in grado di intervenire su una gestione mirata di se stessi, nel presente, nonché di un controbilanciamento circa il ruolo dei processi di invecchiamento sull’asse psico-fisica, per il futuro.

Lo SPACECURL 3D
 
Una terapia innovativa che permette di offrire un sistema di esercitazioni con stimolazione sensoriale e rinforzo dei muscoli antigravitari è lo SPACECURL 3D.

Questa sofisticata attrezzatura è paragonabile ad una sospensione cardanica, formata da tre anelli mobili orientabili nelle 3 dimensioni dello spazio, all’interno della quale si posiziona il soggetto in stazione eretta.

Il sistema, privo di motore e di freno, interagisce totalmente con l’ambiente per effetto dell’inerzia del soggetto. Il paziente dev’essere guidato dal terapista in modo da svolgere i compiti motori desiderati, sia per il mantenimento della posizione statica di equilibrio, sia per il controllo dinamico della postura con uno o più anelli in piena libertà di movimento.

Ogni movimento genera una reazione che può essere controllata coscientemente; con l’addestramento si impara a governare il sistema 3D, ciò permette un perfetto adattamento di anticipazione ed autobilanciamento.

Il paziente ha il tempo di elaborare le strategie funzionali per l’obiettivo dato, mostrando al terapista eventuali deficit sia nel controllo della postura sia nell’equilibrio.

Lo SPACECURL 3D è uno strumento che permette di lavorare in totale sicurezza. Con la supervisione del trainer si interagisce in modo nuovo con la forza di gravità, con continui feed-back che portano ad un’armonizzazione delle risposte senso-motorie.

Le applicazioni sono molteplici: dalla prevenzione del rischio di cadute, al rafforzamento dei muscoli posturali, al potenziamento dell’equilibrio, ai disturbi vestibolari e molto altro.
 
Sul piano prettamente psichico l’allenamento con SPACECURL 3D, stimola i circuiti all’ascolto di se in modo articolato perché ogni volta che l’individuo è chiamato a ricreare un equilibrio nel dialogo con l’attrezzo, stimola dei circuiti di ascolto su piani diversi e interagenti.

Lo spostamento dell’attrezzo sul piano spaziale consente di lavorare in rapporto alla risposta ansiogena che interviene ogni volta che il livello di controllo si sposta.

L’abitudine a tale esercizio consente una modulazione delle risposte corpo-mente di elevata efficacia. D’altro canto, quando interviene costantemente una variabile nuova nell’esercizio di se, il sistema è costretto ad un riorientamento in grado di favorire una centralità della postura e dei movimenti maggiormente salda, così da creare un radicamento efficace.

L’esperienza di soddisfazione che l’individuo riesce a provare quando sente di potersi gestire su un piano di maggiore complessità, è figlia di un apprendimento in grado di trarre soddisfazione per un nuovo e più completo orientamento nello scambio con l’ambiente.

Un allenamento fatto di piccole sfide attraverso il movimento, che valorizza il grado di apprendimento del Sé, le sedute di training risultano essere vere e proprie esperienze di costruzione e modellamento; una piattaforma personale capace di creare e ricreare un dialogo con il mondo maggiormente approfondito e tenace.

Scritto in collaborazione con Simone Diotallevi, Trainer Spacecurl.


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    La Dr.ssa Anna Pancallo, psicologa-psicoterapeuta è iscritta all’Albo Regionale Veneto, è specializzata in Psicoterapia della Gestalt, titolo conseguito presso la Fondazione Italiana Gestalt di Roma.

 Svolge l’attività dal 1993 e opera negli studi di Treviso e Mantova.

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