Ho pensato a questo titolo quando ho valutato questo aspetto: per conoscere se stessi c'è bisogno tanto di lavoro esterno (scienza), quanto di quello interno (introspezione). O meglio: il lavoro esterno orientato secondo le evoluzioni scientifiche permette di venire indirizzati verso cose diverse e più calibrate così da sperimentare la profondità di alcuni vissuti. “Non sono solo i neurotrasmettitori a influenzare la cognizione, ma anche gli ormoni, molecole così microscopiche da essere invisibili, che fanno surf sulla corrente sanguigna provocando scompiglio in ogni porto che toccano. Se si inoculano estrogeni alla femmina di un ratto, questa comincerà a cercare un partner sessuale; se si inocula testosterone a un ratto maschio diventerà aggressivo.” (D. Eagleman, In Incognito) Dobbiamo dunque aprirci ad un passaggio, riconoscere che se lavoriamo nei termini di una percezione corpo/mente, la salute migliora, il nostro confronto interiore viene facilitato. Questo rimane un punto fondamentale per produrre l'energia che serve a cogliere le contraddizioni presenti nelle immagini interne e il loro riflesso nella realtà di tutti i giorni. Immaginiamo dunque il nostro novello Perseo come un essere umano coraggioso perché dotato di energia, capace di attraversare distanze perché pieno di forza? Sì, dovremmo pensare anche a questo, un essere umano evoluto, che lavora il suo corpo per metterlo in condizione di avere prestazioni migliori, cosciente che la vita interiore serpeggia tra gli spiragli della vita biologica, senza tensione e senza pressione, è lì e rimarrà tra le pieghe dei nostri processi neurobiologici sempre. Che eroe moderno risulta essere Perseo, forte e temprato verso l'ignoto. E Medusa? Creatura che non ha mai smesso di lottare, a suo modo lo richiama a se stessa si lascia guardare dal“l'occhio lungo dell’eroe, contro i desideri ciechi (C.Noteboom,La Litania dell'Occhio) Ci viene in soccorso anche un'altro Mito, quello di Arione, che si è smarrito nel labirinto e non conosce la strada per uscirne; impara quando più che fuggire da tale situazione accetta di percorrerlo. Aldo Carotenuto ha associato la vita di un paziente a quella di Arione, traendo spunto dal racconto del mito greco dove Arione viene tratto in salvo da un delfino a seguito dell'essere stato buttato in mare dai marinai invidiosi del suo successo. Questo il sogno: Rientrando a casa vede il proprio viso in uno specchio. Si sorprende del colorito acceso, quasi abbronzato che lo fa più vivo e forse più attraente. Si toglie gli occhiali e si avvicina di più allo specchio rimanendo colpito dal cambiamento dei suoi occhi: sono più limpidi, più puri, tagliati meglio. Non li ha mai avuti così e pensa che si tratti di una vera e propria metamorfosi. (A. Carotenuto, Il Labirinto Verticale) Appare chiaro in questo sogno come a mutare molto siano gli occhi del sognatore, egli non ha più paura di guardarsi attraverso la propria interiorità lo sguardo è mutato. Quando osserviamo questi passaggi comprendiamo profondamente come non ci serva scoprire la verità di noi stessi quanto fare esperienza della nostra persona per mettere in gioco le risorse necessarie ad una trasformazione. La prima cosa a mutare è lo sguardo: il sognatore di cui sopra si posa sulle cose con minor indugio, cerca, scruta, si illumina per esplorare la potenza delle proprie risorse. Perseo non elimina lo sguardo di Medusa, elimina quello sguardo, e così facendo la restituisce ad una ricostruzione possibile. Potremmo arrivare fin qui senza il sostegno del Mito? Forse no, il racconto ci trascina, ci coinvolge, ci fa ritrovare, palpitare ed uniti all'unisono risuona dentro di noi la voglia di essere Perseo e di essere Medusa, perché? Conosciamo più o meno tutti da sempre la loro storia, o forse è più corretto dire la riconosciamo, a volte questa storia rimane sopita dentro, abitando nel fondo di noi. Perseo ci piace, con quel modo un pò sfrontato di spararla grossa ma di partire, di attivare le sue risorse, e poi pensare che gli dei lo aiutino, beh è una gran fortuna. Cosi come incontrare Medusa e rendersi conto che in fondo non è così spacciata, ha un pò sbagliato ma anche Atena se la vuole riprendere. Quando ho iniziato a scrivere su Medusa cercavo il sottile piacere di un'evoluzione possibile, il brivido intenso della propria trasformazione, forse che la troppa ricerca intellettiva potesse spingere verso valli assolate e deserte? Ed ecco qui il Mito, tutti vogliono conoscere Medusa e poterla fronteggiare, si parla di lei ma nessuno è mai riuscito a sopravvivere, e Perseo questo giovane condottiero cambierà la sua vita per sempre, grazie a lei. A un certo punto gli dei ci hanno abbandonati. O noi abbiamo abbandonato loro, decidendo di non crederci più. Ma loro forse, non sono mai andati via, si sono solo messi un po' da parte. Aspettano. E ci guardano. Continuano in qualche modo che ci è invisibile, a occuparsi di noi, ancora con passione. Mi piacerebbe che s'innamorassero ancora di noi. Che avessimo un potere di seduzione, fortissimo e inconsapevole. Innamorare gli dei questo è Mito. (P. Mastrocola, L'Amore Prima di Noi) Cosa intendono queste parole? Entrare nel senso del rischio della vita per poter sorprendere e incantare il proprio sguardo. La storia di Medusa e Perseo cinge i nostri cuori di sorpresa, paura e tenerezza, lo sguardo si apre ora a queste emozioni e muta, si muta, più chiaro e profondo, incantato da una bellezza nuova e trascinante. Il Mito illumina in maniera artistica il senso della vita, attraverso una serie di apparenti assurdità, ci si ritrova su una via dove tutti noi celebriamo, forti e coesi, l'importanza della dignità umana. Se Il fascino irresistibile per la vita e gli incontri con gli altri vi ha preso, siete andati sulla via di Perseo e Medusa. Il bagliore e stupore dei vostri occhi fissatelo bene in voi e cercate di ricrearlo tutte le volte che sentite i vostri desideri affievoliti. L’amore per le cose belle non muore mai, rimane dentro per sempre. Letture correlate:
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