La dipendenza da zucchero o dipendenza da carboidrati è una condizione che accomuna moltissime persone inconsapevolmente. Che cos’è? È una condizione per la quale ci vengono degli attacchi di fame di cibi contenenti zucchero. Appena li ingeriamo ci sentiamo momentaneamente appagati e sollevati dal peso delle emozioni che stiamo provando: ansia, rabbia, angoscia, vergogna, tristezza, ecc. Questa condizione è un processo ben preciso che accade dentro il nostro corpo e ha una spiegazione scientifica legata al rapporto zucchero – insulina – appetito. Cosa accade quando mangiamo alimenti che contengono zucchero? Il livello dello zucchero nel sangue (glucosio) aumenta esponenzialmente, per abbassarlo il nostro corpo produce più insulina. Nel momento in cui l’insulina ristabilisce i livelli di glucosio nel sangue la voglia di mangiare altri zuccheri aumenta, ed ecco che ci viene voglia di ingerire ancora zuccheri. È un circolo vizioso che diventa una vera e propria dipendenza solo che non riconosciuta come tale. Quali alimenti contengono zucchero? Lo zucchero è contenuto in molti alimenti noti come dolci, alcool, bevande zuccherate ma anche in altri alimenti inaspettati come carboidrati non integrali, prodotti da forno industriali, succhi di frutta, mais, cereali raffinati, yogurt alla frutta, cibi confezionati come minestre o zuppe, carne e pesce, salse varie, ecc. Lo si può scovare leggendo bene le etichette e facendo attenzione ad eventuali sostituti spesso utilizzati che portano però allo stesso problema: glucosio, destrosio, fruttosio, sciroppo di glucosio-fruttosio, maltodestrine. Quali sono le conseguenze di una prolungata dipendenza da zucchero? Non controllare questa dipendenza porta all’insorgere di malattie quali diabete tipo 2, obesità, sindrome metabolica e ipercolesterolemia. Poiché queste malattie rappresentano solo la punta dell’iceberg di uno stile di vita poco orientato alla longevità, è importante saper riconoscere sintomi più o meno immediati che possono fungere da campanelli d’allarme per stimolare un lavoro quotidiano verso il benessere. Si ipotizza addirittura che la dipendenza da zucchero possa avere una relazione diretta con la candida intestinale per cui risulta importante considerare anche questo aspetto che può essere testato con un lavoro specifico. Lo stato psicofisico quotidiano viene influenzato sensibilmente dall’assunzione di zucchero, che stimola la dopamina e l’endorfina, ormoni della felicità che ci danno la sensazione di appagamento e soddisfazione momentanea, coprendo altri stati d’animo che sarebbe importante accogliere per la qualità della nostra vita. Se abituiamo il corpo ad avere livelli di zucchero alti, nel momento in cui questo livello cala, emozioni come la rabbia, l’insicurezza, l’inadeguatezza, la frustrazione, prendono il sopravvento su di noi e ci spingono a ingerire ulteriore zucchero, che quindi funge in un certo senso da anestetico. Cosa possiamo fare per convivere con questa dipendenza senza esserne sopraffatti? Dovremmo innanzitutto ricordare che gli zuccheri sono necessari per l’apporto energetico che danno e quindi eliminarli come nell’opinione comune si tende a fare non è la scelta migliore. Piuttosto, scegliere alimenti che ci danno un piacere simile ma non sono dannosi per la salute è un primo passo (cereali integrali, frutta e verdura fresche, estratti, cereali a basso indice glicemico come quinoa, amaranto, grano saraceno, miglio, riso rosso o nero, avena). Inoltre, anche in questo caso i rimedi unici e miracolosi non esistono: il primo passo è sicuramente prendere coscienza del problema, osservarsi nei comportamenti durante la giornata e vedere dove “cadiamo”, che cosa ci spinge a buttarci nel cibo piuttosto che a stare in contatto con quello che stiamo provando in quel momento. Poi, per modulare la compulsività è consigliato guardare al bilanciamento dei macronutrienti di ogni pasto – proteine carboidrati grassi, solitamente si tende ad assumere questi macronutrienti nell’arco della giornata, in realtà è importante che siano presenti tutti e tre in ogni pasto per favorire il loro corretto assorbimento e di conseguenza i loro benefici. Questo però è direttamente collegato al tipo di biotipo a cui apparteniamo e allo stile di vita che adottiamo, è quindi consigliabile approfondire la conoscenza di se stessi in questa direzione per adottare uno stile di vita un po’ alla volta più idoneo al nostro essere e quindi a tenere sotto controllo anche questa dipendenza.
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