L’uomo, nello stato creativo, è tratto fuori di se stesso. È come se facesse scendere un secchio nel proprio subcosciente e tirasse su qualche cosa che normalmente è fuori portata. Il cavallo della civiltà esita difronte all’ostacolo, tutte le migliori e più accreditate tecnologie non riescono a colmare la tensione conoscitiva dei soggetti verso la riappropriazione di un armonia interiore. Il mito in questa chiave si pone come un utile grimaldello allo scopo di spalancare territori inesplorati dell’anima e aiutare ognuno a trovare i propri punti di riferimento.
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Noi ora abbiamo un compito importante. Dobbiamo frenare l’isteria di questo mondo. È assurdo alimentarla. Dobbiamo affermare con fermezza le nostre verità senza esporle al giudizio dell’attimo. Dobbiamo dare fiducia agli anonimi e agli sconosciuti. Andare a scuola dai silenziosi, dagli appartati. La politica e la comunità hanno senso se ci fidiamo degli altri, se non pensiamo che sia tutto un imbroglio. La reazione di panico è strettamente connessa ai ricordi che una parte del cervello porta con se. La zona in cui hanno sede tali ricordi è denominata amigdala, in lei si trova una sorta di biblioteca delle memorie negative e si attiva per associazioni emotive scatenate dallo scambio individuo-ambiente.
Miguel Benasayag è, secondo la sua stessa definizione, un "investigatore militante". All'età di soli diciassette anni, si unì alla guerriglia guevariana dell'Ejército Revolucionario Popular (ERP) dove combatté contro la dittatura in Argentina. Arrestato e torturato per quattro anni fu liberato a seguito dell'assassinio da parte della giunta militare di quel paese di due religiosi francesi, la stessa giunta, dopo uno accordo diplomatico, acconsentì a liberare tutti i prigionieri francesi dell'epoca. Benasayag, grazie alla sua doppia nazionalità franco-argentina - la madre, ebrea francese, aveva lasciato la Francia nel 1939 - poté beneficiare della liberazione nel 1978 ed approdò così in Francia, paese che non conosceva ancora. Lì divenne scrittore, psicoanalista e filosofo, partecipando attivamente a diversi gruppi e associazioni. Tra i fondatori e animatori del collettivo culturale Malgré Tout, Miguel Benasayag è autore di numerosi libri tra cui, tradotti in italiano, "Il mito dell’individuo" (2002), "L’epoca delle passioni tristi" (2004, con G. Schmit) ed "Elogio del conflitto" (2008, con A. Del Rey).
L’importanza di una visione globale del funzionamento umano apre a strade più complesse ma ugualmente praticabili; essere partecipi di una propria evoluzione facilita la prevenzione e rende più adeguati circa i reali bisogni di ognuno.
La dipendenza da zucchero o dipendenza da carboidrati è una condizione che accomuna moltissime persone inconsapevolmente. Che cos’è?
È una condizione per la quale ci vengono degli attacchi di fame di cibi contenenti zucchero. Appena li ingeriamo ci sentiamo momentaneamente appagati e sollevati dal peso delle emozioni che stiamo provando: ansia, rabbia, angoscia, vergogna, tristezza, ecc. Questa condizione è un processo ben preciso che accade dentro il nostro corpo e ha una spiegazione scientifica legata al rapporto zucchero – insulina – appetito. |
NEWSSTUDIO PANCALLO
La Dr.ssa Anna Pancallo, psicologa-psicoterapeuta è iscritta all’Albo Regionale Veneto, è specializzata in Psicoterapia della Gestalt, titolo conseguito presso la Fondazione Italiana Gestalt di Roma.
Svolge l’attività dal 1993 e opera negli studi di Treviso e Mantova. Categories
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Gennaio 2021
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