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Riflessioni sulla cura come atto sartoriale dell’anima Qualche giorno fa, sulle pagine di Robinson (12 ottobre 2025), Vivian Lamarque raccontava la propria esperienza di rinascita poetica e terapeutica, ospite della Settimana della Salute Mentale (màt) a Modena.
Nel suo articolo, dal titolo “Facciamoci tendere la mano senza paura”, la poetessa intreccia poesia e psicoanalisi in un gesto semplice e profondo: la mano che si tende verso l’altro, senza difese.
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La forza muscolare è una capacità motoria condizionale – cioè allenabile – che consente al corpo di vincere o contrastare una resistenza sviluppando tensione muscolare. Tuttavia, se ci limitassimo a questa definizione fisiologica, ne perderemmo l’essenza più profonda.
Lo studio di Piero Cipriano sulla pratica psichiatrica odierna Il libro di Piero Cipriano nasce da una domanda essenziale: che cosa resta della salute mentale quando viene ridotta a diagnosi, pillole e protocolli, senza spazio per il lavoro interiore e la dimensione sociale della sofferenza?
“Un simbolo è sempre più ricco di senso di quanto lo si possa spiegare.” — Umberto Eco (Simbolo) Viviamo immersi nei simboli, anche quando non li riconosciamo. Parlano attraverso i sogni, i miti, i gesti del corpo, le immagini che ci attraggono o ci inquietano senza apparente motivo.
Eppure, nel mondo contemporaneo, la parola “simbolo” è spesso banalizzata, ridotta a marchio, segno o semplice metafora. Ma un simbolo vero non si lascia possedere né spiegare del tutto. Un simbolo agisce. In una società che misura tutto in termini di immagine e performance, la cura autentica di sé trova senso solo se rompe questa logica: non rincorsa al risultato, ma cammino lento di trasformazione interiore. Vivere nell’epoca del narcisismo
Oggi la nostra cultura esalta costantemente l’immagine, l’autoaffermazione, la performance. Il narcisismo non è più soltanto un tratto clinico: è diventato una condizione collettiva, un modo di vivere il tempo, le relazioni e la percezione di sé. Dal “demone della nostalgia” alla pratica terapeutica: quando il passato diventa strumento di lettura del presente Nel suo Il demone della nostalgia. L’invenzione della Grecia da Nietzsche a Arendt (Einaudi, 2025), Mauro Bonazzi ricostruisce un capitolo decisivo della storia europea: come, tra Otto e Novecento, la cultura — soprattutto tedesca — abbia “inventato” la propria Grecia. Non la Grecia reale, frammentata e plurale, ma un’immagine idealizzata, levigata e funzionale a bisogni politici, filosofici e identitari.
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