Il persistente stigma legato alla salute mentale e la mancanza di consapevolezza sono barriere significative per la ricerca di aiuto e la gestione efficace dei disturbi d’ansia e depressivi. Rompere il silenzio su questi problemi invisibili è un passo fondamentale verso la creazione di un ambiente in cui le persone si sentano libere di cercare aiuto senza giudizio.
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Come ci suggerisce il dr. Ascanio Polimeni nel recente podcast “Il New Trend della Medicina Rigenerativa”, parlando degli straordinari effetti della proteina Klotho: “Chi è stressato, obeso, chi mangia e dorme male, chi non pratica attività fisica ha più facilmente livelli depressi di questa proteina (klotho), al contrario di chi ha uno stile di vita migliore.”. Le sue informazioni ci fanno intravedere la straordinaria correlazione tra movimento e sistemi biologici sottostanti. L’ormesi, il meccanismo di controllo dei sistemi biologici, è infatti una delle spie maggiormente rappresentative delle capacità riparative del nostro organismo, a cui una pratica del movimento dà un suo notevole contributo.
Nel paragrafo precedente abbiamo ragionato sulla difficoltà a sintonizzare il tempo interno con quello esterno e su come, questo aspetto, necessiti di una rimodulazione verso un equilibrio. Ora passeremo ad esplorare il tema dell’ereditarietà e dei bisogni che la animano dentro di noi. Gli argomenti relativi all’ereditarietà s’intrecciano per alcuni versi con ciò che è stato esplorato nel capitolo de “La forza del Pensiero Magico”, dove abbiamo approfondito la funzione del magico intesa come bisogno di ottimismo.
La ricerca ha messo in luce come l'isolamento sociale e la solitudine possano impattare negativamente sulla salute mentale, aumentando il rischio di sviluppare demenza e altri problemi cognitivi in età avanzata. Le relazioni sociali non sono solo un antidoto alla solitudine, ma svolgono un ruolo cruciale nella preservazione della salute mentale e nella stimolazione cognitiva. Una ricerca del dr. Zhou, dell’accademia delle scienze di Pechino, pubblicata sulla rivista “Science News”, ipotizza inoltre una relazione tra gli scambi sociali e l’attivazione di 31 geni legati alla longevità.
L’odierna tendenza a relegare l’altro sullo sfondo, come una melodia fissata che non può espandersi in armonie modulate, porta l’individuo ad andare continuamente verso qualcosa di esterno; un movimento incessante che coincide con un’esteriorizzazione continua della propria esistenza, un tempo dell’ordinario scandito dai bisogni dell’attimo. Il nostro tempo individuale è così catturato da ciò che proviene da fuori, come una farfalla attirata dalla luce, generando un’abitudine diffusa che rende difficile un orientamento interiore capace di calibrare i bisogni profondi, o nascosti, che attendono costantemente d’essere soddisfatti. La vita umana si snoda lungo il tempo attraverso un dialogo continuativo con noi stessi. Per spiegare con altre parole possiamo dire che il pensiero umano è catturato dalla temporalità e la realtà psicologica dell’individuo non può situarsi fuori da questa condizione.
Ma quali sono le caratteristiche del nostro tempo? Podcast n° 1
Lo stato dell’arte: il new trend nell’ambito della medicina dell’invecchiamento Dialogo con il Dr. Ascanio Polimeni Dalla serie: Dialoghi corpo-mente: una visione unitaria sulla longevità |
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