La colonna vertebrale è il pilastro centrale del nostro corpo. Con il passare degli anni, tende ad irrigidirsi sotto il peso delle posture ripetitive e delle tensioni accumulate. Mantenere la sua mobilità è fondamentale non solo per il movimento fisico, ma anche per il modo in cui ci muoviamo nel mondo, in senso simbolico ed esistenziale.
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“Il compito della filologia, cioè dello studio scientifico del mondo antico è di far rivivere con la forza della scienza quella vita scomparsa: il canto del poeta, il pensiero del filosofo e del legislatore, la santità del tempio, i sentimenti dei credenti e dei non credenti, le molteplici attività del mercato e del porto per terra e per mare, gli uomini intenti al lavoro e al gioco. Come ogni scienza, come in ogni filosofia, per dirla alla greca, anche qui si comincia con lo stupore che suscita ciò che non si comprende. Lo scopo è di arrivare alla comprensione.” (Ulrich von Wilamowitz-Moellendorff) I Greci ci hanno lasciato un’eredità formidabile: la capacità di interrogare il reale senza cedere alla tentazione delle risposte facili. Nelle loro pratiche culturali, nei miti e nelle scuole di pensiero, troviamo una straordinaria attitudine alla ricategorizzazione del senso, una sfida al nostro bisogno di certezze.
Negli ultimi anni, il lavoro ibrido è diventato una realtà per molte persone. Una realtà che, pur offrendo nuove libertà, ci ha messi di fronte a sfide inedite: la dilatazione dei tempi lavorativi, la contaminazione degli spazi e la perdita di confini tra ciò che è pubblico e ciò che è privato.
Ermete Trismegisto, filosofo venerato in età preclassica come messaggero di Zeus, diceva: “Conosci te stesso e conoscerai l’universo e gli dèi”.
Questa frase esprime con semplicità il legame profondo tra l’individuo e i simboli interiori custoditi dentro di sé. È un invito a guardarsi dentro, a scoprire che ciò che ci muove, ci plasma e ci orienta ha radici che vanno oltre l’apparenza. Nel video che presentiamo oggi, la psicologa Anna Pancallo conduce una conversazione con la scrittrice e saggista Andrea Marcolongo sul tema Il regno di Perseo, esplorando le profonde connessioni tra mito, psicologia e trasformazione dell’anima.
Il cambiamento climatico espone le nuove generazioni a un confronto con forme di instabilità più marcate rispetto a quelle vissute dalle generazioni precedenti. L’impatto, spesso improvviso e violento, di brusche accelerazioni climatiche su una psiche giovane crea forme di scompenso interiore che trovano espressione nel timore del futuro. Una paura che si insinua piano, prendendo corpo nell’ansia e nell’angoscia.
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