L’illustre studioso tedesco di letteratura greca Walter Otto, particolarmente attento a ciò che l’eredità greca ci ha lasciato in termini umani, ci suggerisce come ciò che è proprio dell’uomo non si disperda ma continui ad essere presente in un ciclo perpetuo di rinnovamento:“guardiamo al presente, ma dal punto di vista di ciò che è eternamente umano.” Il Prof. Bonazzi, invece, in una sua presentazione del corso “Medusa, simbolo e trasformazione 2021” (Studio Pancallo, vedi il video proposto sotto), sottolineava come per i greci antichi risultasse fondamentale il rapporto con l’azione e la costruzione di una felicità, piuttosto che l’abbandonarsi a momenti di piacere momentaneo, e ci faceva notare come tale passaggio implichi ai nostri giorni una visione dell’umano che tende ad appannarsi, una visione difficile da cogliere.
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"In dialogo con Carl Gustav Jung" di Aniela Jaffé (1903-1991) è un'opera affascinante, edita da Bollati Boringhieri, contenente una interessante prefazione di Luigi Zoja, che offre un'intima prospettiva sulla vita e il pensiero del celebre psicologo svizzero Carl Gustav Jung. Come collaboratrice e amica di lunga data di Jung, Aniela Jaffé ha avuto l'opportunità di condividere significative conversazioni con lo studioso. In questo libro ci presenta una raccolta di questi incontri, soprattutto negli ultimi anni di vita di Jung, che forniscono un'importante visione intima dell'opera e delle idee del maestro della psicologia analitica.
Continua la nostra riflessione sui legami corpo-mente, nel testo proposto approfondiamo il legame che intercorre tra le spalle e il concetto di mobilità articolare. Partiamo dal presupposto che percepire in maniera mirata il modo su cui si fonda il nostro equilibrio psico-fisico, comporta una necessaria distinzione tra: attività fisica ed esercizio fisico. La prima coinvolge una serie di movimenti come camminare o salire le scale, non mirati ad un fine, il secondo comporta esercitarsi, attraverso allenamenti, verso un obiettivo preciso, tipo sviluppare maggiormente la muscolatura o riequilibrare la postura.
Ogni sperimentazione porta con se varie possibilità e, allo stesso tempo, ciò che diviene traducibile coinvolge il riconoscimento di un limite che qualifichi l’esperienza stessa. Questi aspetti sono il frutto di un’insieme che è sintesi di un interno-esterno scaturito dal riconoscere ciò che si unisce e ciò che risulta separato, per divenire, così, parte finale di uno scambio che sarà integrato in Sé stessi. Ogni esperienza apre in questo modo a diverse possibilità, ma sono solamente quelle traducibili per l’interno a risultare reali ai fini di una interiorizzazione, conferendo una fondamentale importanza alla propria capacità di utilizzare la sperimentazione come elemento di supporto interno alla propria evoluzione.
Carl Gustav Jung, noto psichiatra e psicoanalista svizzero, e Wolfgang Pauli, celebre fisico austriaco e vincitore del premio Nobel nel 1945, sono due figure di straordinaria importanza nel panorama intellettuale del XX secolo. Entrambi erano profondamente interessati all'intersezione tra scienza e psicologia, e il loro incontro ha portato a una collaborazione unica e stimolante. La connessione tra Jung e Pauli iniziò nel 1932 quando si incontrarono per la prima volta al Congresso degli Psicoanalisti a Wiesbaden, in Germania. Questo incontro segnò l'inizio di una profonda amicizia e di una collaborazione che sarebbe durata molti anni.
Cosa intendiamo per spazio interiore? Innanzitutto ciò che è possibile per noi percepire, ma, allo stesso tempo, ciò da cui veniamo influenzati, che, anche se non riusciamo ad avvertire, esiste e si muove al nostro interno. Ciò che definisce chi siamo è possibile focalizzarlo attraverso lo Spazio Esperito, quello che sperimento, e lo Spazio in Essere, quello che io sono nel complesso. Questi aspetti sono governati dalla coscienza, ovvero, l’insieme dei nostri stati del sentire che hanno la possibilità di divenire esperienza. La coscienza di ciò che si è, o si sperimenta, è sempre reale per l’individuo perché determinata dai processi neuronali all’interno del cervello, frutto del funzionamento di processi neurobiologici.
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