Continua la nostra riflessione sui legami corpo-mente, nel testo proposto approfondiamo il legame che intercorre tra le spalle e il concetto di mobilità articolare. Partiamo dal presupposto che percepire in maniera mirata il modo su cui si fonda il nostro equilibrio psico-fisico, comporta una necessaria distinzione tra: attività fisica ed esercizio fisico. La prima coinvolge una serie di movimenti come camminare o salire le scale, non mirati ad un fine, il secondo comporta esercitarsi, attraverso allenamenti, verso un obiettivo preciso, tipo sviluppare maggiormente la muscolatura o riequilibrare la postura. Come ci suggerisce uno degli esperti in materia di longevità, il Prof. Camillo Ricordi, “ci vuole un buon motore” per vivere in modo più consono ai nostri desideri e bisogni, questo implica sapere che dietro alla difficoltà di mirare l’attività fisica, in rapporto ai problemi presenti in un individuo, non esiste solo un generico senso di svogliatezza, ma, ad un livello più profondo, l’invecchiamento. Questo processo inevitabile induce diversi parametri di funzionamento a risultare poco equilibrati, allenta in modo silente una maggiore determinazione al prendersi cura di sé in modo maggiormente dettagliato, induce una scarsa energia con conseguente abbassamento dei livelli motivazionali. L’insieme di questi aspetti favorisce una sorta di inconscia presa di distanza dalle proprie fragilità e rappresenta uno dei maggiori ostacoli che si pongono all’interno dell’incessante scambio corpo-mente. Il cambiamento del corpo nel corso dei secoli e la progressiva industrializzazione della società, culminata nella moderna era della tecnica, hanno favorito una visione del corpo progressivamente percepito sempre più come un oggetto, trattato come una macchina da sistemare, mentre il confronto con la vita implica una certa complessità che va presa in considerazione. Se l’invecchiamento è come un killer che coglie impreparato l’individuo lo si deve ad una cattiva gestione del confronto corpo-mente, generalmente letto come un modo per reprimere i meccanismi di uno dei due linguaggi piuttosto che come una forma di rieducazione da apprendere e coltivare per ciò di cui si necessita. Anche la crisi della medicina ricalca questo aspetto: la malattia è letta come qualcosa di autonomo dal soggetto il quale non viene incoraggiato a guardare il suo male in modo maggiormente articolato. Il primo passo per affrontare una difficoltà è porre la psiche su un piano di verità, non a caso Jung parlava del “Processo di Individuazione” come la lenta emersione delle fragilità individuali che hanno bisogno di trovare nuovo riconoscimento. L’abitudine a tenere fuori da un ascolto interiore le parti in difficoltà si riversa inevitabilmente sul corpo, il quale diventa un’entità che cammina per conto proprio. Ciò accade perché a quel punto la propria struttura coincide con il modo che l’individuo è abituato a riconoscere. Il “corpo percepito” diviene l’unico spazio possibile ed accettabile per il soggetto, il resto si muove da solo e in modo poco regolamentato. Intervenire su questa distanza tra “corpo percepito” e “corpo in essere”, cioè l’insieme dato da ciò che non si è abituati a riconoscere, apre la strada a cambiamenti strutturali sorprendenti. Spesso si rimane sorpresi se si testa uno dei biomarcatori di misurazione dell’età - la lunghezza dei telomeri - poiché tale indagine è in grado di individuare lo scarto tra età biologica e cronologica, con risultati non necessariamente adeguati alle aspettative del soggetto. Un’età biologica minore di quella cronologica risulta predittiva per inquadrare in modo più approfondito i meccanismi legati all’invecchiamento. (Per la misurazione della lunghezza dei telomeri > QUI!) Per questo motivo è importante sottolineare che un esercizio fisico mirato è anche una stimolazione su un processo più complesso che si può comprendere solo se lo definiamo in termini di invecchiamento: “È noto che il muscolo scheletrico è un tessuto attivo che agisce come un organo endocrino e gioca un ruolo fondamentale nel metabolismo dei lipidi e del glucosio. I ruoli delle SIRT (il termine SIRT sta per sirtuine, riconosciute come molecole della longevità, presenti fino ai 35 anni, quasi nulle sui 60, ma che possono essere attivate dall’esercizio fisico e dallo stile di vita) sono stati ampiamente studiati nei vari aspetti del muscolo scheletrico come il metabolismo lipidico, l’assorbimento del glucosio e la sensibilità all’azione dell’insulina. Gli effetti più importanti dell’attivazione delle SIRT indotta dall’esercizio possono essere considerati la riduzione dello stress ossidativo e, più in generale, un aumento della salute mitocondriale.” (C. Ricordi, “La longevità sana”) Queste affermazioni aprono ad una visione che mette in relazione il sistema muscolo scheletrico con altri sistemi e ci fa comprendere come il lavoro di dettaglio, sui vari aspetti del corpo, risulti necessario per orientare o riequilibrare un modello di funzionamento in cui la complessità gioca un ruolo fondamentale. Portando dunque l’attenzione al tema proposto cioè al funzionamento scapolare, potremmo esclamare: “ah queste sconosciute!”. Le scapole spesso sono associate ad inestetismi posturali e disfunzioni motorie che causano dolori alle spalle e alle cervicali, ad esempio una postura con spalle in avanti e scapole alate è tra le principali problematiche che portano ad un pronunciato atteggiamento cifotico, che, associato alla debolezza muscolare, determina quella sensazione di spalle pesanti e dolenti. È fondamentale sottolineare come l’articolazione scapolo-omerale consente una serie di movimenti molto ampi che implicano flessione, estensione, adduzione e circumduzione. Movimenti che entrano in relazione con la stabilità e l’elasticità dell’individuo e che inevitabilmente riportano ad un confronto con il problema delle posture. Spesso non viene preso abbastanza in considerazione quanto la postura sia un derivato di un continuum relazionale dell’individuo con l’ambiente e di come il soggetto affronti tale scambio, con quali emozioni prevalenti, rafforzando o indebolendo le proprie caratteristiche strutturali come conseguenza di esperienze personali. Compito del trainer è quello di valutare la posizione corretta dell’allineamento scapolo-omerale all’interno di una visione dinamica, in modo da poter correggere le disfunzioni del movimento della spalla, per poi inserire gli esercizi di correzione. Migliorare lo schema corporeo e la propriocezione dei movimenti della scapola (la capacità di percepire e riconoscere la posizione del proprio corpo nello spazio e lo stato di contrazione dei propri muscoli, senza il supporto della vista) è un aspetto affrontato nel recente webinar dello Studio Pancallo “Percorsi di narrazione corporea: spalle e mobilità, il rispetto del piano scapolare”, indirizzato ad allenare la percezione tra “corpo in essere” e “corpo percepito”. Attraverso un’esperienza motoria di esercizi mirati per le spalle si pongono le basi per un corretto allenamento delle braccia, in massima sicurezza e per il bene della postura. Inoltre, alla luce di quanto esposto fino ad ora, questo approccio scapolare prende in considerazione una visione che aiuta a mantenere la vitalità osteoarticolare e muscolare, come pure a contribuire all’equilibrio ormonale, così da favorire un effetto anti ansiogeno e antidepressivo: aspetti che vengono sempre sotto intesi negli approcci d’allenamento fin qui proposti. La misura benefica di un lavoro su se stessi è data dalla capacità di confrontare le proprie convinzioni nella relazione e negli stimoli importanti che derivano dalla ricerca; l’individuo, infatti, è frutto della propria esperienza, ma sta sempre in un rapporto sincronico con l’ambiente che lo determina e ne definisce l’età epigenetica. I Percorsi di Narrazione Corporea regolarmente proposti, hanno come obiettivo la costruzione di una serie di abitudini in linea con una ricerca avanzata in materia di longevità. Un modo per incidere efficacemente sulla visione personale del singolo e, all’unisono, rafforzare nel soggetto una salute integrata la cui spia benefica è data da un aumento del tono dell’energia e della vitalità individuali, di una migliore stabilità dei toni dell’umore che coinvolge in maniera benefica il circuito del desiderio.
0 Comments
Your comment will be posted after it is approved.
Leave a Reply. |
|
NOTE LEGALI e CONDIZIONI DI UTILIZZO
I termini e le condizioni di utilizzo del sito web si applicano nel momento di accesso e/o utilizzo di questo sito web. Per saperne di più leggi la pagina note legali e condizioni di utilizzo del sito. |
PRIVACY e RETARGETING
Questo sito web usa Google Analytics per l'analisi delle visite e del traffico, inoltre utilizza il pixel di tracciamento di Facebook per fare retargeting. Per saperne di più leggi la PRIVACY POLICY. |