“Il corpo è il luogo della rottura, per questo gli si affida il privilegio della riconciliazione. È lì che bisogna applicare il balsamo. L’azione sul corpo riflette la volontà di colmare la distanza fra la carne e la coscienza, di eliminare l’alterità insita nella condizione umana: quella, banale, delle insoddisfazioni quotidiane e quelle, fondamentali, dell’incosciente” (D. Le Breton, “Antropologia del corpo e modernità) La capacità di gestire una condizione corporea adeguata nel rapporto tra il corpo e lo spazio, implica un lavoro di conduzione/accompagnamento nell’esecuzione degli esercizi che utilizziamo, per esempio, in palestra.
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L'attività fisica svolge un ruolo fondamentale per la regolazione degli ormoni, per questo si parla di allenamento ormonale per la gestione e controllo della salute e il benessere generale. Ogni volta che facciamo un allenamento scateniamo una risposta ormonale. Che la scelta sia consapevole o meno il nostro organismo si organizza per controbilanciare gli effetti dell'esercizio generando una risposta a cascata che coinvolge il cuore, il sistema nervoso, gli ormoni.
Può sembrare una argomentazione scontata parlare di movimento in merito ad un percorso che propone un’attività corporea, in realtà una visione più approfondita del muoversi rappresenta una riflessione molto utile ai fini di un dialogo corpo-mente. Partiamo da un concetto iniziale: il corpo nel momento in cui si muove lo fa sempre in rapporto a qualcosa, e questo qualcosa è da intendersi come qualcosa di esterno e d’interno.
“Il corpo resta l’ancora, la sola in grado di fissare il soggetto a una certezza, naturalmente ancora provvisoria ma attraverso la quale può riunirsi ad una sensibilità comune, incontrare gli altri, partecipare al flusso dei segni e sentirsi in contatto con una società in cui regna l’incertezza.” (D. Le Breton) Spesso facciamo l’errore di vedere l’attività fisica come qualcosa a cui ricorrere per dimagrire o puramente per fattori estetici. Questa visione porta ad estenuanti ed interminabili allenamenti di corsa, o ginnastica aerobica in palestra, con conseguenti effetti controproducenti.
“Il corpo conserva le tracce se la memoria del trauma è codificata nelle emozioni sconvolgenti e di crepacuore, nei disturbi autoimmuni e nei problemi muscolo-scheletrici, e se la comunicazione viscere/cervello/mente è la via maestra per la regolazione emotiva, ciò richiede un radicale mutamento nel nostro modo di concepire la terapia.”
(B. Van del Kolk “Il corpo accusa il colpo) Nell’intraprendere un percorso di narrazione corporea è importante approfondire il concetto di postura intesa come posizionamento del nostro corpo nello spazio che occupa quotidianamente. Cosa intendiamo per narrazione del corpo, quali le sue caratteristiche?
Intanto dobbiamo valutare che il corpo cerca sempre la relazione, questo aspetto affonda le sue radici nella relazione madre/bambino. Poi, quando interviene il trauma, ne risente anche l’aspetto relazionale. |
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